Potatura del gelso

Sino a non molto tempo fa il gelso era una pianta piuttosto diffusa nelle nostre campagne, perché veniva coltivato per nutrire i bachi da seta con le sue foglie. Oggi di gelsi non se ne vedono più molti in giro, ma chi possiede questa pianta sa bene quanto i suoi frutti siano ottimi per preparare marmellate o da gustare appena colti. Se anche voi possedete un gelso, in questa guida potrete trovare utili indicazioni per eseguirne in modo corretto la potatura.

Potatura del gelso

Il gelso è una specie di origine mediorientale e asiatica, venne importato in Europa secoli fa insieme al baco da seta, golosissimo delle sue foglie.

Specie di gelso

In Italia si possono trovare principalmente due specie di questo albero:

  • gelso bianco (Morus alba)
  • gelso nero (Morus nigra)

Entrambe producono bacche commestibili, simili a more allungate.

Oltre a queste due specie, ne esiste anche una ornamentale ovvero il gelso da carta o cinese (Broussonetia papyrifera) e il cosiddetto gelso degli osagi (Maclura pomifera), anche se in quest’ultima specie i frutti non sono commestibili.

Il gelso è un albero in grado di raggiungere anche i 12-15 metri di altezza, e le sue bacche carnose maturano in estate tra il mese di giugno e quello di luglio. I frutti del gelso bianco (di colore bianco tendente al giallastro) sono di gusto leggermente acidulo, mentre quelli del gelso nero (nero-violacei) sono caratterizzati da un sapore più dolce.

Ecco perché questa è la specie che viene principalmente coltivata in orti e giardini, poiché da essa si ricavano frutti apprezzati per il consumo fresco ma, soprattutto, le more del gelso vengono impiegate per ricavarne ottime confetture, gelatine e persino liquori.

Quando potare il gelso

Il periodo ideale per potare il gelso è prima della ripresa vegetativa primaverile, evitando tuttavia il gelo intenso dei mesi più freddi. È quindi consigliabile eseguire le potature in tardo autunno, oppure intorno alla metà di febbraio.

Come si fa la potatura del gelso

Innanzitutto bisogna ricordare che il gelso è una pianta davvero esuberante nella sua crescita, e che la maggior parte delle gemme prodotte è in grado di portare frutto. Pertanto, anche chi non ha molta dimestichezza con le potature potrà intervenire senza troppi pensieri su questa pianta, visto che anche in caso di interventi drastici gli esemplari riescono a riprendersi facilmente.

La potatura del gelso va effettuata asportando i rami rovinati dalle intemperie, secchi, assottigliati o indeboliti, eliminando anche quelli che si sovrappongono tra loro in modo tale da dare alla chioma un aspetto più aperto. Così facendo, il sole riuscirà a penetrare in modo omogeneo all’interno del fogliame promuovendo la maturazione anche dei frutti situati più all’interno.

I rami di diametro maggiore devono essere spuntati di un terzo della loro lunghezza, ma se necessario si possono anche dimezzare. Nel farlo bisogna sempre tener presente che più gemme si lasciano sul gelso, e più i frutti saranno di piccole dimensioni; pertanto, se si desiderano meno more, ma piene e succose, è possibile eseguire potature più marcate.

In genere, vale sempre la regola generale secondo la quale è bene non asportare più del 30% della pianta.

Si raccomanda sempre, al pari di qualsiasi altra pianta, di utilizzare sempre attrezzi estremamente affilati per potare il gelso. Solo in questo modo, infatti, i tagli saranno netti e la pianta farà meno fatica a cicatrizzarli. Inoltre è bene sterilizzare sempre le lame prima della potatura, per evitare la trasmissione di malattie da un esemplare all’altro.

Potatura dei gelsi “selvatici”

Se si ha a che fare con un gelso cresciuto liberamente per molti anni senza alcun intervento di potatura da parte dell’uomo, è probabile che la pianta presenti una chioma molto disordinata e fatta di tanti rami che si incrociano e si sovrappongono l’uno con l’altro. In questo caso la pianta va completamente tosata lasciando in pratica solo il fusto principale: in primavera non ci si deve attendere sicuramente una significativa fruttificazione, ma nell’anno successivo il gelso tornerà ad essere rigoglioso e produttivo.

E infine, un consiglio: dai rami potati dal gelso è possibile asportare la corteccia, e tenerla da parte per effettuare legature nell’orto (ad esempio quelle di pomodori e zucchini). Questo metodo ‘ecologico’ eviterà l’utilizzo di legacci sintetici!

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