Termini tecnici della potatura

La potatura è un’operazione che consiste nella rimozione di rami e altre porzioni vegetative allo scopo di dare una particolare forma di crescita ad un organismo vegetale. Tra le finalità più importanti della potatura vi sono anche una migliore crescita e produttività, e per comprendere come operare è innanzitutto indispensabile conoscere la terminologia tecnica utilizzata.

Termini tecnici della potatura

Dal punto di vista tecnico, le potature possono essere di diversi tipi, e in particolare:

  • di trapianto
    viene effettuata sulle piantine che di recente sono state messe a dimora, tipicamente quando vengono acquistate in vivaio con il loro panetto di terra ed impiantate nel terreno. Questa potatura serve ad eliminare eventuali radici e/o rami spezzati, ridimensionando la chioma sino a renderla idonea per l’apparato radicale ancora poco sviluppato. Tipicamente in concomitanza con la potatura di trapianto l’astone della pianta viene cimato.
  • di formazione o di allevamento
    è tipica dei primi anni di sviluppo della pianta e consiste nel taglio finalizzato a dare all’esemplare una idonea forma di allevamento (vedi paragrafo relativo). In questo modo verrà razionalizzato lo sfruttamento delle piante nei confronti dello spazio a disposizione e della luce, accorciando anche la durata della fase non produttiva dell’esemplare.
  • di produzione o di fruttificazione
    è la potatura che si compie su piante che ormai hanno raggiunto la maturità, ed è finalizzata all’ottimizzazione della loro produttività.
  • di ringiovanimento
    si attua sulle piante che ormai stanno invecchiando, e serve per stimolare la produzione di nuovi getti. Di solito questa operazione prevede anche la capitozzatura della pianta, ovvero la riduzione drastica della chioma attraverso il taglio del fusto principale.
  • termini tecnici della potatura

Altri tipi sono rappresentati dalla potatura:

  • invernale
    detta anche “potatura secca”, è la potatura più classica e diffusa, e viene effettuata alla fine dell’inverno quando la pianta è ancora a riposo. In questo modo, quando la pianta riprenderà la sua attività vegetativa, si svilupperanno solo le gemme desiderate. Questa potatura può essere “lunga” o “corta” a seconda della lunghezza dei rimasti, oppure “ricca” o “povera” in base al numero di gemme lasciate sulla pianta.
  • verde
    è un’operazione che viene eseguita quando la pianta è in piena fase vegetativa e spesso viene detta appunto “potatura estiva”. Si tratta di una tipologia di potatura particolare, che non sempre viene attuata, e che si contrappone a quella invernale.
  • di riforma
    viene essa in opera quando vi è la necessità di cambiare la forma di una piana già sviluppata, ad esempio perché si desidera un nuovo aspetto ornamentale oppure sono stati adottati macchinari diversi per la raccolta. Per questo motivo, tale potatura è detta anche “di ristrutturazione”.
  • di emergenza
    si tratta di un intervento straordinario che viene attuato quando la pianta ha subito danneggiamenti da parte di parassiti (ad esempio insetti xilofagi che si cibano di legno) oppure in seguito ad eventi meteorologici avversi che ne hanno spezzato i rami.
  • ornamentale
    è una potatura che serve a conferire alla pianta un particolare aspetto non legato alla produttività ma all’estetica. In questa tipologia di potatura rientrano tutti gli interventi che riguardano, ad esempio, siepi e classici giardini all’italiana.

Termini tecnici della potatura relativi alle “forme di allevamento”

Con questo termine si identificano i diversi schemi di sviluppo delle piante di interesse agronomico, che vengono adottati al fine di garantire una produttività ottimale. In base alle modalità di sviluppo della chioma distinguiamo tre tipi principali di forme di allevamento:

Forme in volume

In queste forme lo sviluppo delle piante è nelle tre direzioni (altezza, larghezza e profondità), con la formazione di una chioma ampia. Queste forme occupano molto spazio e non necessitano, in genere, di alcun supporto per la crescita; solitamente si applicano a specie arboree come ad esempio l’olivo, le pomacee e talvolta anche la vite. Tra le forme in volume più diffuse troviamo:

  • Vaso
    il tronco presenta un’altezza media e si suddivide in alcune branche (tipicamente, da 4 a 6) che formano una chioma di aspetto tondeggiante. Esistono diverse tipologie di vaso come, ad esempio, policonico, cespugliato, californiano o ritardato.
  • Piramide
    in questo caso, come dice il nome, la forma della chioma è piramidale, con una base ampia che si stringe man mano si va verso l’alto. Negli ultimi anni, soprattutto in frutticoltura, è sempre meno diffusa perché la raccolta meccanizzata non è molto agevole; rimane comunque una ottima forma di allevamento per le piante del proprio giardino. Tra le principali forme piramidali troviamo fuso, fusetto e monocono.
  • Globo
    la pianta viene potata sino ad ottenere una chioma di forma globosa e piuttosto fitta, in grado di proteggere tronco e rami dall’eccessiva esposizione al sole. Questa forma di allevamento è molto diffusa soprattutto per olivo e agrumi, che spesso si trovano in zone dell’Italia meridionale molto soleggiate e siccitose.
  • Alberello
    è una forma di allevamento specifica della vite, che viene coltivata in una forma cespugliosa particolarmente adatta allo sviluppo in zone molto calde, con scarse precipitazioni oppure con terreno poco fertile.

Forme in parete

Lo sviluppo di queste forme avviene solo in due direzioni, ovvero in altezza e larghezza. Si tratta della tipica forma di allevamento nella quale gli esemplari vengono fatti crescere lungo filari dritti, ottimizzando perciò gli spazi a disposizione e la penetrazione della radiazione luminosa. Questo tipo di crescita è molto comune ad esempio nei vigneti e per gli alberi da frutto come pomacee, drupacee, actinidia e talvolta l’olivo. Le principali forme di allevamento in parete sono:

  • Controspalliere basse (es. Guyot, cordone orizzontale, cordone speronato, GDC…)
  • Controspalliere alte (es. siepone, ipsilon e palmetta)

Pergolati

Anche in questo caso la crescita avviene secondo due direttrici principali, che sono stavolta larghezza e profondità. Il piano di sviluppo può essere orizzontale oppure leggermente inclinato, e questa forma di allevamento viene adottata ad esempio per vite e actinidia. Le due tipologie di pergolato principali sono il tendone e la pergola.

Termini tecnici della potatura relativi alle tipologie di gemme

Tutti sappiamo che sulle piante sono portate le gemme, collocate sui nodi all’ascella dei rami e delle foglie, che daranno origine a nuovi tessuti vegetali. Non tutte le gemme tuttavia sono uguali, ed è indispensabile conoscere le tipologie principali che si distinguono in base a tre classificazioni, con relativi termini tecnici della potatura:

Epoca di sviluppo

In base a questo criterio si distinguono:

  • Gemme pronte
    si sviluppano nel corso dello stesso anno in cui si sono formate. Dalle gemme pronte si originano i cosiddetti rami anticipati che nella vite sono conosciuti come femminelle.
  • Gemme dormienti
    dette anche “gemme ibernanti”, esse si sviluppano nell’anno successivo a quello della loro formazione.
  • Gemme latenti
    si sviluppano alcuni anni dopo la loro formazione.

Posizione sulla pianta

Le gemme situate nelle diverse parti della pianta sono conosciute come:

  • Gemme apicali
    si originano all’apice dei rami.
  • Gemme ascellari
    sono situate all’ascella delle foglie.
  • Gemme avventizie
    sono disposte in diverse zone della pianta, senza una collocazione definita, dal momento che si possono formare ex novo sia sui rami che sul tronco.

Tessuti originati

In base alle porzioni vegetative che origineranno,
si distinguono:

  • Gemme a legno
    daranno origine a tessuti vegetativi come foglie e rami.
  • Gemme a fiore
    tipiche delle drupacee, da esse si sviluppano i fiori.
  • Gemme miste
    tipiche delle pomacee, queste gemme possono originare sia fiori che rami e foglie.

Termini tecnici della potatura relativi alle tipologie di rami a legno

Come dice il nome, questi rami presentano un’attività di tipo vegetativo e possono portare sia foglie che altri rami a legno. A prima vista, i rami di una pianta si assomigliano un po’ tutti, ma in realtà è bene comprenderne le differenze che stanno alla base di una corretta potatura. Esistono infatti diverse tipologie di ramo a legno:

  • Succhioni
    sono rami piuttosto vigorosi che si sviluppano soprattutto nelle piante giovani e dalla crescita rigogliosa. In genere la maggior parte dei succhioni viene rimossa durante la potatura per evitare che la pianta disperda troppe energie; in alcuni casi, questi rami possono essere piegati per favorire la messa a frutto.
  • Polloni
    questi rami si originano a partire dal colletto della pianta (ovvero la porzione del fusto compresa tra radici e apparato aereo) oppure dalle radici stesse. La presenza di simili rami è del tutto deleteria, dal momento che sottraggono energie alla pianta: per questo i polloni vanno prontamente eliminati. Alcune varietà di portainnesto di cotogno, olivo e susino sono estremamente pollonifere, pertanto sarà inevitabile dover eliminare grandi quantità di questi rami sia durante la potatura verde che in quella invernale.

Termini tecnici della potatura relativi alle tipologie di rami a frutto

Questi rami rappresentano il “cuore” della produttività della pianta, dal momento che proprio su di essi avverrà la fioritura e in seguito la fruttificazione. I rami a frutto sono di diverse tipologie a seconda che la pianta sia una pomacea o una drupacea. Ecco i termini tecnici della potatura usati.

Rami a frutto delle pomacee

I principali rami a frutto di melo, pero, cotogno e nashi sono rappresentati da:

  • Dardo o lamburda vegetativa
    si tratta di un rametto piuttosto corto (in genere non supera gli 0.5-1 centimetri) che non è in realtà un vero e proprio ramo da frutto, ma evolverà l’anno successivo in una lamburda (vedi sotto).
  • Lamburda
    questo ramo a frutto presenta una lunghezza di 1-5 centimetri ed un’età superiore a un anno. Al suo apice è portata una gemma mista contornata da alcune foglie, e in alcune piante – soprattutto di melo spur – la maggior parte della produzione avviene proprio sulle lamburde. Nel corso della stagione vegetativa si può osservare l’ingrossamento della lamburda, che andrà a formare la borsa, una struttura nella quale sono accumulate sostanze di riserva. A partire dalla borsa si svilupperanno poi rami a legno e a frutto.
  • Birindillo
    questo ramo è solitamente lungo dai 15 ai 20 centimetri, ed è dotato all’apice di una gemma mista contornata da gemme laterali a legno. Alcune cultivar, come ad esempio il melo della varietà Imperatore, tende a concentrare la sua produzione proprio sui birindilli.
  • Ramo misto
    la sua lunghezza di solito è compresa tra 35 e 50 centimetri; si tratta quindi di un ramo piuttosto lungo, sul quale sono presenti sia gemme miste che a legno. Alcune cultivar come ad esempio il pero William e il melo Golden Delicious tendono a produrre principalmente proprio sui rami misti.

Rami a frutto delle drupacee

Per quanto riguarda pesco, albicocco, susino, ciliegio e mandorlo i rami a frutto che possiamo trovare sono:

  • Ramo misto
    analogamente a quanto accade nelle drupacee, su questo ramo di lunghezza di 40-80 centimetri sono presenti sia gemme a fiore che a legno. In generale, proprio sui rami misti si concentra la maggior produttività delle drupacee.
  • Dardo fiorifero
    questa tipologia di ramo a frutto, di età superiore all’anno, è detta anche “mazzetto di maggio” e si presenta con una lunghezza di pochi centimetri. Su di esso sono portate sia gemme a fiore che a legno, e molte varietà di percoche tendono a produrre proprio su dardi fioriferi.
  • Birindillo
    a differenza di quanto accade nelle pomacee, i birindilli sono molto meno frequenti e perciò di scarsa importanza ai fini produttivi. Solitamente la loro lunghezza è di 15-25 centimetri, e presentano alcune gemme laterali sia a legno che a fiore.

Agrumi, vite e olivo

In queste tre piante di interesse agrario non sono presenti veri e propri rami a frutto, ma gemme produttive che si possono trovare in diverse parti della pianta. Nello specifico, possiamo trovare:

  • Agrumi
    le gemme che andranno a originare i germogli, sui quali a loro volta si svilupperanno i fiori, si formano intorno al mese di febbraio-marzo. Queste gemme si trovano in genere sui rami di un anno che si sono sviluppati nella primavera precedente, ma anche su rami più vecchi; sui rami si possono originare solo fiori oppure sia fiori che foglie contemporaneamente.
  • Vite
    nella vite la produzione avviene sui rami prodotti in primavera, che a loro volta si dipartono dai rami sviluppatisi nell’anno precedente. Su questi rami le gemme miste producono germogli che a loro volta daranno origine a uno o due grappoli e a un numero di foglie variabile. Esistono anche tipologie di germogli che si originano da piccole gemme situate alla base dei tralci (dette “gemme di corona”) oppure da gemme latenti che si sviluppano dal fusto, ma in entrambi i casi la produzione è scarsa.
  • Olivo
    in questa specie arborea la produzione avviene a partire da gemme a fiore e gemme miste che, sviluppandosi, danno origine ad una infiorescenza conosciuta come mignola. Le gemme sono in genere portate su rami di un anno, ma sovente anche su rami meno giovani (di due o tre anni). Nel caso delle gemme miste, vengono prodotte sia infiorescenze che foglie.

Approfondire i termini tecnici della potatura

Siti internt

Libri

  • La potatura. Come farla in modo rapido ed efficace – Autore : Anja Flehmig – Editore: Gremese Editore
  • Innesti e potature nel frutteto – Autore : Adriano Del Fabro – Editore: Giunti Demetra
  • Il grande libro della potatura e degli innesti – Autori: Enrica Boffelli, Anna Furlani Pedoja, Guido Sirtori – Editore: De Vecchi
impara a potare

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