La forsizia è una pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle Oleaceae, che rallegra giardini e spazi verdi con la sua fioritura gialla di fine inverno.
È una pianta robusta, resistente, che richiede poca cura e si coltiva con facilità, si può inserire come arubsto ornamentale o per creare piccole siepi.
La potatura della forsizia serve a rinforzare la pianta e a ottenere fioriture successive più abbondanti, ma può anche essere effettua per contenere la crescita, rinnovare i rami e dare la forma desiderata. Vediamo nel dettaglio cosa bisogna fare.
Contenuti della guida:
Quando potare la forsizia
La forsizia va potata dopo la fioritura, per alcune varietà termina in primavera (marzo-aprile-maggio), per altre, in estate (giugno-luglio). Basta comunque osservare quando la pianta sfiorisce.
Le piante giovani appena trapiantate non devono essere potate, perché grazie alle foglie la pianta prende l’energia per sviluppare l’apparato radicale.
Un intervento di potatura straordinario può essere effettuato durante il periodo invernale, nel caso in cui i rami stiano crescendo a dismisura.
Potatura di rimonda
Il primo intervento di potatura sulla forsizia è quello di rimonda: andiamo a tagliare ed eliminare tutti i rami secchi, ammalati, deperiti.
Il taglio delle parti secche deve essere effettuato dalla base (taglio di eliminazione). Durante questa operazione si rimuovono anche eventuali presenze estranee, come piante rampicanti e infestanti che possono inserirsi nel cespuglio.
Potatura di rinnovamento
Una volta tolto il secco, si procede con la potatura di rinnovamento, durante la quale si tagliano i rami più vecchi, riconoscibili per diametro, lunghezza e inclinazione.
Possono essere tagliati completamente oppure accorciati, ma sempre con il taglio di ritorno, per tornare su dei germogli nuovi e più vigorosi.
Questo intervento rende la pianta più giovane e quindi più sana e longeva. Inoltre sono potature che portano il cespuglio a presentarsi anche più compatto, con un impatto ornamentale ordinato.
Potatura di sfoltimento
Il terzo intervento di potatura della forsizia è quello dello sfoltimento, che prevede l’eliminazione della vegetazione in eccesso all’interno dell’arbusto.
Anche in questo caso, bisogna procedere con tagli di ritorno, eliminando rami che procedono paralleli o che si incrociano. In genere si seleziona togliendo i rami più vecchi.
L’obiettivo di questa operazione è quello di alleggerire l’interno della pianta in modo da permettere alla luce di penetrare meglio e ai polloni di dare vita a nuovi rami vegetativi, che fioriranno negli anni successivi.
Cimatura dei rami
Infine, in ultimo, si effettua la cimatura dei rami di un anno, che hanno fiorito per la prima volta. In questo caso, bisogna esportare da 1 a 3 gemme.
Il taglio permetterà la formazione di nuovi rametti laterali, che fioriranno l’anno successivo.
Errori da non fare potando la forsizia
Il primo errore da evitare con la forsizia è potarla troppo: nel complesso degli interventi di potatura, non bisogna asportare più di un terzo della chioma.
Alcuni giardinieri suggeriscono di tagliare tutta la vegetazione che aveva fiorito, lasciando solo qualche ramo nudo di altezza variabile. Questo è un errore che va evitato, danneggia e indebolisce la pianta.
Una potatura eccessiva porta l’arbusto ad avere meno rami, sottrae alla pianta le risorse utili a rinnovare la vegetazione.
Approfondimento: coltivare la forsizia.
Articolo di Adele Guariglia