Quando raccogliere i finocchi

Una delle grandi soddisfazioni dell’orto autunno invernale è la raccolta dei finocchi.

Scopriamo come scegliere il momento giusto in cui prenderli dall’orto.

Non è difficile raccogliere i finocchi, ma se vengono lasciati in campo troppo a lungo possono rovinarsi in modo irreparabile.

Ecco quindi una serie di consigli per decidere quando sono pronti, con qualche spunto anche su coltivazione e conservazione.

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Quando raccogliere i finocchi

Per decidere se un finocchio è maturo dobbiamo guardare la sua dimensione, aspettando che formi un grumolo alla base bello panciuto e di color bianco.

Occorre fare una precisazione: il finocchio che raccogliano non è un frutto e neppure un bulbo, si tratta di un grumolo di foglie. Quindi non è corretto parlare di finocchio maturo.

I frutti prima sono acerbi e poi maturano, mentre il grumolo del finocchio semplicemente si ingrossa e imbianca. Non essendoci da aspettare una maturazione si può raccogliere in ogni momento (è sempre commestibile), ovviamente aspettare che si ingrossi bene è importante per avere maggior raccolto.

Non raccogliere troppo tardi

Il finocchio deve essere raccolto al momento giusto: non si deve lasciare in campo troppo a lungo.

Ecco cosa succede se raccogliamo i finocchi troppo tardi:

  • Si rovina per il gelo. Il freddo può danneggiare il grumolo, nell’orto autunnale bisogna raccogliere i finocchi prima che le temperature vadano sottozero.
  • Va in fiore. Se il finocchio emette il fiore, il grumolo si rovina, diventa più fibroso e meno saporito. Attendere troppo può portare una fioritura, in particolare succede andando verso l’estate, ma anche in autunno la pianta può fiorire prima del tempo. Se notiamo un inizio di fioritura raccogliamo immediatamente.

Perché il finocchio non ingrossa il grumolo

Capita che il finocchio non si ingrossi bene. In questo caso non possiamo farci molto e se anche aspettando non vediamo il grumolo farsi panciuto dobbiamo raccogliere comunque. Il raccolto sarà scarso, ma comunque buono.

Interroghiamoci poi sulla nostra tecnica di coltivazione, verificando la prossima volta di preparare bene il terreno, concimare, scegliere la giusta varietà e il giusto periodo in cui piantare.

Il rincalzo prima del raccolto

Possiamo ottenere finocchi migliori se facciamo un rincalzo circa 15 giorni prima di raccoglierlo.

Il rincalzo favorisce l’imbianchimento e rende il finocchio più buono e croccante.

Periodo di raccolta

Il finocchio è un ortaggio tipico dell’orto autunnale, si raccoglie soprattutto tra settembre e dicembre.

Si può anche coltivare finocchi a partire dalla primavera, raccogliendoli quindi tra primavera inoltrata e inizio estate.

Dove il clima è mite la stagione dei finocchi si allunga, arrivando a essere disponibili quasi tutto l’anno.

Quanto tempo impiega un finocchio per venire pronto

Le tempistiche che impiega un finocchio a venire pronto per il raccolto sono molto variabili: dipende dal clima e dalla varietà di finocchio scelta.

In genere possiamo aspettarci di raccogliere finocchi dopo 4-5 mesi dalla semina oppure piantando le piantine un 3 mesi circa dal trapianto.

Come raccogliere

Il finocchio si raccoglie togliendo tutta la pianta. Conviene avere un coltello per tagliare la radice fittonante che si trova sotto al grumolo.

Possiamo aiutarci con una vanga o una paletta manuale eventualmente, per scalzarlo.

Raccogliere e utilizzare anche le foglie

Ricordiamoci che tutta la pianta di finocchio è commestibile:

  • L’ortaggio pregiato è il grumolo bianco, che possiamo mangiare crudo o cotto. A volte bisogna eliminare le parti più esterne, che possono essere rovinate.
  • Le foglie sono comunque commestibili e saporite, possiamo cuocerle in un minestrone insieme ad altre verdure autunnali: non sprechiamole.

Quando si conserva dopo la raccolta

I finocchi si mantengono circa 15 giorni in luogo freddo e arieggiato. Se li mettiamo in frigorifero la conservazione si prolunga fino a 3-4 settimane.

Naturalmente mangiarli appena colti, quando sono freschissimi, è sempre la scelta migliore.

Articolo di Matteo Cereda

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