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La coltivazione del cotone tradizionale
Il cotone viene oggi coltivato in moltissimi paesi del mondo, in particolare asiatici e sudamericani, dove questo settore agricolo contribuisce in modo rilevante alle economie locali. Purtroppo sono ben noti anche gli impatti di tali pratiche agricole a livello ambientale, a partire dall’uso spropositato di pesticidi. Si calcola a tal proposito che, pur occupando solamente il 2.5% delle terre coltivate, le piantagioni di cotone richiedano il 16% degli insetticidi e quasi il 7% degli erbicidi usati annualmente nel mondo.
Ma inquinamento dei suoli e delle acque non sono i soli problemi che derivano da questo abuso: anche i lavoratori delle piantagioni estensive sono a rischio, poiché a causa dei prodotti chimici impiegati le malattie e i decessi sono all’ordine del giorno. Un’alternativa alle coltivazioni intensive è però rappresentata dal cotone biologico, oggi protagonista di un mercato sempre più dinamico.
Tornare a coltivare “come una volta”, ovvero rinunciando a prodotti fitosanitari, diserbanti e concimi di sintesi, rappresenta l’unico modo possibile per tutelare gli ecosistemi e la salute degli agricoltori. Pertanto il cotone biologico rappresenta una risposta concreta a queste esigenze, ma non bisogna cadere nell’errore di ritenerlo una semplice rinuncia alle moderne strategie chimiche usate in agricoltura.
La coltivazione del cotone biologico è infatti un metodo che comporta la creazione di un equilibrio tra sistema agrario e natura, che include buone pratiche come la rotazione delle colture, l’attenta selezione di varietà naturalmente adatte a clima e terreni del luogo (rigorosamente no-OGM) e un maggior rispetto delle condizioni di vita dei lavoratori. Grande rilevanza è data anche al mantenimento della biodiversità, vegetale ed animale, all’interno delle zone di coltivazione.
L’utilizzo del cotone biologico
Esistono diverse normative di riferimento sul cotone biologico; in Europa, in particolare, questo prodotto è riconosciuto dal regolamento CE 834/2007 sulla produzione ed etichettatura dei prodotti biologici. È importante che il consumatore sappia che per fregiarsi dell’aggettivo “biologico” (organic in inglese) un prodotto debba risultare conforme ad una serie di rigidi controlli effettuati dagli enti preposti alla certificazione.
Attualmente i principali produttori mondiali di cotone biologico sono l’India, la Turchia e la Cina, anche se stanno diventando protagonisti sempre più importanti anche Egitto, Pakistan e Brasile.
Chi compra capi di abbigliamento, tessuti per la casa ed altri prodotti in cotone biologico compie una scelta all’insegna della tutela ambientale, acquistando un bene ecosostenibile in grado di influenzare positivamente le comunità dedite alla sua coltivazione e trasformazione.
Per favorire la sempre maggiore diffusione del cotone biologico esiste perfino una piattaforma mondiale ad esso dedicata, la Global Organic Cotton Community Platform, che nella sua community riunisce aziende, professionisti e semplici consumatori interessati a questo prodotto naturale.