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Composizione del terriccio
Fra i substrati utilizzati per la coltivazione delle piante e per il giardinaggio, senza dubbio il terriccio rappresenta quello più conosciuto e diffuso. Esso è costituito da una miscela di sostanze, sia inorganiche che organiche, atte a supportare la crescita e lo sviluppo delle piante sia “fisicamente” (fornendo, dunque, ancoraggio all’apparato radicale e sostegno alla parte aerea) che dal punto di vista degli elementi nutritivi.
Ogni specie vegetale presenta ben definite esigenze in termini di substrato, ed è praticamente impensabile poter predisporre un terriccio per ogni singola pianta. Per questo, in commercio è frequente trovare una particolare tipologia di prodotto, detto “terriccio universale”, caratterizzato da una composizione che soddisfa, grossomodo, le esigenze di un gran numero di varietà vegetali.
Questa alternativa è certamente la più economica e pratica per chi non è un esperto nella preparazione dei terricci, e per chi non ha tempo o voglia di dedicarsi a tale attività. Il terriccio universale può essere usato tal quale oppure essere migliorato, se necessario, grazie ad aggiunte di particolari fattori in modo da venire incontro alle esigenze delle essenze vegetali per il quale esso verrà utilizzato. Si può quindi “correggere” un terriccio universale immettendovi ad esempio materiali porosi o drenanti, oppure elementi chimici particolarmente utili allo sviluppo di quella specie.
Il terriccio è composto, in linea generale, da una componente organica che è la torba di sfagno (bionda o bruna): da sola, essa costituisce in genere più della metà del volume totale. La torba viene impiegata sia perché è un materiale tutto sommato reperibile e di basso costo, sia perché al suo interno sono contenute grandi quantità di sostanza organica (humus) indispensabile allo sviluppo delle piante. Poiché la torba presenta una reazione acida, il suo pH viene neutralizzato (fino a 6-7) mediante l’aggiunta di sostanze come il carbonato di calcio.
Negli ultimi anni è sorta una certa preoccupazione per i giacimenti di torba naturali e la loro conservazione, perciò spesso è possibile trovare in commercio terricci addizionati di fibre di cocco, una risorsa più sostenibile dal punto di vista ambientale.
La componente inorganica del terriccio è invece rappresentata da materiali inerti come ad esempio sabbia silicea, lapillo o pomice, oppure perlite, vermiculite o bentonite (varietà di argille lavorate), ai quali vengono aggiunti elementi minerali come concimi complessi e microelementi nutritivi. Mentre gli inerti hanno lo scopo di conferire al terreno le caratteristiche desiderate (in termini di capacità di ritenzione idrica, porosità o capacità di drenaggio), gli elementi nutritivi sono dosati in modo da rispondere alle esigenze di crescita delle piante.
Per questo, frequentemente i microelementi nutritivi sono chelati o microincapsulati, ovvero a lenta cessione per garantirne la disponibilità continuativa nel tempo.
A seconda, dunque, delle proporzioni con le quali viene preparato, si possono avere diversi tipi di terriccio: con differente granulometria (argilloso, sabbioso o limoso), più o meno ricco di taluni elementi nutritivi, nei quali possono essere presenti quantità variabili di calcio (terreno calcareo o siliceo), ed il cui pH può essere acido, neutro o alcalino.
In genere un buon terriccio contiene quantità rilevanti di sostanza organica, e si consiglia di non puntare al risparmio a tutti i costi ma di cercare, se possibile, un buon compromesso fra caratteristiche del terriccio e prezzo di vendita. Recandosi presso garden center o negozi di bricolage è possibile trovare un’ampia disponibilità di terricci diversi, ed è utile in questo caso farsi consigliare per i propri acquisti dal personale competente.
Principali tipi di terriccio in vendita sul mercato
In commercio esistono numerosi tipi di terriccio, sia “base” (da miscelare quindi con altri elementi) sia venduti in pratici sacchi e pronti all’uso. Le principali tipologie di terriccio sono rappresentate da:
Terra leggera
La terra leggera è costituita da buone quantità di sostanza organica e proporzionalmente meno argille. È permeabile, friabile e di colore scuro, e trattiene poco l’acqua; raramente viene usata in purezza, ma spesso addizionata con altri tipi di terriccio.
Terra forte
Si tratta di una terra di colore chiaro (tendente al giallo-ocra) particolarmente ricca in argille e proporzionalmente più povera in sostanza organica, pertanto la lavorazione è difficoltosa perché appena inumidita diventa fangosa e tende ad appiccicarsi agli attrezzi. Viene spesso mescolata con altri tipi di terre, più leggere e drenanti.
Terra di sfagno
Spesso confusa con la torba, questo tipo di terra contiene grandi quantità di sfagni (particolari muschi, estremamente leggeri e permeabili). È un terreno ricco in sostanza organica che si adatta bene alla coltivazione di felci, rododendri, azalee ed orchidee.
Torba
Raramente la torba viene usata in purezza, più frequentemente viene addizionata ad altri tipi di terreno. È ricchissima in sostanza organica e presenta un pH piuttosto basso (acido), quindi viene spesso addizionata di carbonato di calcio. Si adatta bene alla crescita di azalee, rododendri, felci e piante da appartamento.
Terra di bosco
Proviene dalla decomposizione di foglie, rami e detrito vegetale che si accumula nei suoli boschivi. È ricca in sostanza organica ed è un ottimo substrato per felci, ciclamini e piante del sottobosco.
Terra calcarea
Ricchissima in carbonato di calcio, la terra calcarea è caratterizzata da un pH elevato (alcalino) e non si adatta a tutti i tipi di piante. Per questo, viene impiegata soprattutto a livello florovivaistico da personale esperto.
Prepararsi un terriccio a casa propria
Per chi vuole cimentarsi in questa attività, è possibile anche preparare il terriccio a casa propria partendo da “ingredienti” naturali e più o meno facilmente reperibili. Ecco le principali tipologie di terriccio che si possono ottenere col fai-da-te:
Terriccio per talee
Gli appassionati di giardinaggio che si dedicano alla propagazione delle piante per talea possono trarre grande vantaggio dalla preparazione di un terriccio adatto a questa tipologia di coltivazione. È sufficiente mescolare due parti di torba con una parte di sabbia, aggiungendo del carbonato di calcio e del concime polivalente, per ottenere un terriccio ideale per la propagazione di filodendri, gerani, cactus e piante succulente in generale.
Terriccio di terra di talpa
Chi ama le escursioni in montagna ed in collina avrà sicuramente familiarità con dei monticelli di terra che appaiono qua e là per i prati ed i pascoli. Si tratta di terra scavata dalle talpe, e di ottima qualità: è ricca infatti di sostanza organica. Avendo la possibilità, si può prelevare questa terra e portarla a casa propria; basta aggiungere una parte di sabbia e una di torba ogni due parti di terra di talpa, fertilizzando il tutto con un concime chimico polivalente, per assicurarsi un ottimo terriccio per le piante da vaso ed annuali.
Terriccio di stallatico
Chi vive nelle vicinanza di maneggi o allevamenti di cavalli può senza dubbio procurarsi con facilità dello sterco equino, un’ottima materia prima per la produzione di un terriccio indicato soprattutto per le piante da appartamento. Allo sterco in purezza vanno addizionate torba, sabbia e foglie di faggio (o in alternativa, aghi di conifere), con l’aggiunta finale di un po’ di concime a base azotata.