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Coltivazione e cura del bonsai
Con il termine bonsai si fa riferimento all’arte di realizzare miniature di alberi e, per estensione, agli stessi alberi. La coltivazione e la cura del bonsai devono seguire regole precise, ma semplici da mettere in pratica.
Non dobbiamo, infatti, credere che esso sia molto differente dalle altre piante: la cura del bonsai e le attenzioni di cui ha bisogno sono – indicativamente – le stesse, a patto di rispettare i bisogni specifici della specie cui appartiene.
Trovare la giusta posizione
Il primo passo da seguire per la coltivazione e la cura del bonsai consiste nel trovargli una collocazione appropriata. Nel caso in cui abbiamo a che fare con un’essenza da interno, deve essere posizionato in casa, lontano da eventuali fonti di calore (forni a micro-onde, caloriferi, eccetera) e dalle correnti d’aria (sotto le finestre, che tra l’altro rischierebbero di funzionare come una lente, bruciando la pianta).
Sarà bene optare per un luogo luminoso su cui, però, non batta direttamente il sole. Quando nei mesi primaverili ed estivi le temperature superano i quindici gradi, il bonsai deve essere spostato all’esterno, sul davanzale o sul balcone, così che possa rinvigorirsi.
Nel caso di un’essenza da esterno, invece, la pianta deve essere sistemata fuori in tutti i periodi dell’anno, o rischia di indebolirsi prematuramente. Naturalmente, occorre avere cura del bonsai anche dal punto di vista della collocazione e trovarne una al riparo dal vento o da precipitazioni violente (acquazzoni, grandine), oltre che dagli animali domestici.
Cura del bonsai: l’innaffiatura corretta
La regola che la cura del bonsai impone è che non si deve mai dimenticare di annaffiarlo ogni volta. Più che per tutte le altre piante, infatti, l’annaffiatura per il bonsai è indispensabile, visto che il vaso che lo accoglie ha a disposizione una quantità di terra ridotta, che, specialmente nelle giornate estive, si asciuga molto velocemente.
E’ da evitare anche l’eccesso opposto, visto che troppa acqua può provocare danni permanenti allo stesso modo: insomma, è necessario rispettare le indicazioni segnalate sulla scheda informativa della pianta. Per orientarci, comunque, possiamo toccare il terriccio con una mano: se è asciutto, è il momento di annaffiare. Quando si procede all’annaffiatura, occorre utilizzare un annaffiatoio dotato di diffusore a getto fine: in questo modo, il terriccio potrà essere bagnato in maniera uniforme senza essere smosso.
La chioma del bonsai, invece, deve essere nebulizzata, soprattutto quando si tratta di essenze da interno, che vivono in ambienti secchi e chiusi. Non è detto che qualsiasi tipo di acqua impiegata vada bene: le acque provenienti dai tubi delle grandi città, infatti, potrebbero rivelarsi troppo calcaree per le foglie del bonsai, che soffrirebbero di asfissia.
Anche la presenza di un sistema di decalcificazione potrebbe rivelarsi dannoso, nel caso in cui esso sia sottoposto a un’alta salinizzazione (solitamente avviene nelle ore notturne), poco appropriata per l’irrigazione del bonsai.
L’immersione in acqua
Da valutare è la necessità di immergere la pianta per alcuni minuti in acqua: è da evitare per i bonsai il cui terriccio ha un buon drenaggio (si rischierebbe di lavare e portare via tutte le sostanze nutritive di cui essa ha bisogno), mentre è raccomandata per i bonsai (spesso provenienti dalla Cina) il cui terriccio, prettamente argilloso, non è per nulla drenante.
A proposito del fabbisogno idrico, per la cura del bonsai occorre ribadire che esso tollera piuttosto facilmente una (limitata) carenza di acqua, ma non un eccesso, che può condurre a marciume delle radici.
Cura del bonsai: la concimazione
Nella coltivazione e cura del bonsai, non bisogna trascurare l’importanza del concime, fondamentale soprattutto in considerazione dello stress che coinvolge l’apparato radicale. Oltre che di acqua, infatti, la pianta ha bisogno anche di nutrirsi: sarà necessario, quindi, fertilizzarla regolarmente (solitamente alla fine dell’autunno e all’inizio della stagione primaverile) secondo i bisogni della specie.
Anche se un fertilizzante generico per bonsai (possibilmente arricchito con oligoelementi) risulta sempre adeguato, ogni pianta avrebbe bisogno di un concime specifico: solitamente il prodotto usato dai professionisti (in pastiglie) è il bio-gold, ma molto apprezzato è anche l’anagokoro.
In ogni caso, occorre ricorrere a un prodotto che conceda al suolo i nutrienti che nel periodo precedente sono stati assorbiti. Un’opzione alternativa al concime chimico, comunque, è l’utilizzo di sostanza organica: in questo caso, però, non dovremo aspettarci fiori e parti verdi molto rigogliose.
È opportuno prestare attenzione alle dosi, che devono essere limitate: una quantità eccessiva di concime può risultare letale. Per evitare rischi, si può scegliere di diluire le dosi indicate nelle istruzioni.
Cura del bonsai: la potatura
Per quel che riguarda la potatura del bonsai, essa si rivela necessaria per mantenere la pianta nella forma naturale, e impedire che perda le caratteristiche assunte nel corso del tempo; allo stesso modo, ogni due o tre anni è importante procedere al rinvaso, visto che le radici, potendo contare su uno spazio molto ridotto, intasano l’intero vaso e necessitano di essere tagliate (senza contare che è opportuno sostituire il terriccio ormai completamente esautorato e sfruttato).
Affidarsi a un esperto
Per evitare danni cui non si potrà porre rimedio, sarebbe consigliabile fare eseguire queste operazioni solo a un operatore esperto, o comunque metterle in atto solo dopo aver letto con attenzione testi specializzati. A proposito della potatura, occorre distinguere tra potatura di formazione e potatura di mantenimento: la prima deve essere effettuata nel periodo di riposo vegetativo (specialmente per i rami più importanti) e si propone di realizzare e modellare la forma della pianta e dei rami; la seconda, invece, può essere effettuata in qualsiasi periodo dell’anno, e riguarda la formazione dei palchi.
Come eseguire il taglio
Il taglio della potatura, da eseguire con apposite forbici naturalmente affilate, deve essere preciso e netto: solo in questo modo si può favorire la cicatrizzazione del punto ferito, contenendo i danni apportati. La potatura delle radici deve essere perpendicolare al terreno, mentre quella dei rami (da eseguire nei pressi del nodo) deve essere perpendicolare rispetto alla direzione dei rami stessi.
La chioma
La potatura della chioma deve iniziare dalla parte alta, così che si possa intervenire su tutti i rami senza che sia necessario tornare su una branca già trattata. Una volta terminata la potatura, la lama delle forbici deve essere sterilizzata con la fiamma di un accendino, in maniera da evitare un eventuale contagio di malattie batteriche o fungine.
Cure del bonsai in inverno ed estate
La cura del bonsai prevede interventi differenti a seconda della stagione. Nel corso dei mesi invernali, per esempio, deve essere adeguatamente riparato: le latifoglie vanno avvicinate all’abitazione, spargendo sul terriccio qualche foglia secca o ago di pino per evitare che l’apparato radicale vada incontro a eccessivi sbalzi termici.
Nel corso dei mesi estivi, invece, l’impianto di irrigazione deve essere regolato così da incrementare il tempo di annaffiatura (da effettuarsi la sera e al mattino presto). Sempre in estate, diverse latifoglie come l’acero e il carpino si ritrovano con una vegetazione troppo rigogliosa, che non permette ai raggi del sole di penetrare fino alle parti interne dell’albero: per questo motivo si rende opportuna una defogliazione, o almeno una riduzione fogliare, tagliando a metà le foglie in direzione perpendicolare ai vasi fogliari.
In questo modo, si agevola la crescita delle gemme avventizie da cui nasceranno foglie di dimensioni ridotte. In estate, infine, i bonsai esposti in luoghi assolati dovrebbero essere parzialmente riparati con un telo ombreggiante, acquistabile in qualsiasi vivaio.
Il rinvaso del bonsai
Per quanto concerne il rinvaso, esso deve essere svolto rimuovendo la pianta dal vaso con estrema cautela, prestando attenzione a non compromettere l’integrità dell’apparato radicale. Con apposite forbici si devono rimuovere le radici più esterne che percorrono i bordi, quindi si avanza progressivamente eliminando almeno un terzo delle radici (devono essere lasciate intatte quelle vicine al tronco).
Quindi si deve pensare al nuovo terreno di riempimento, diverso a seconda delle esigenze del bonsai ma normalmente ricco di ghiaia, kanuma e altri elementi drenanti. Una retina trattenuta con del filo metallico coprirà i fori del vaso, mentre il terriccio dovrà essere posizionato in maniera da riempire tutti gli spazi e risultare compatto (eventualmente aiutandosi con una bacchetta).
Nel caso in cui si stia avendo cura del bonsai di dimensioni considerevoli, si potrà utilizzare del filo metallico per ancorarla al vaso, così da assicurarle stabilità e da garantire che l’apparato radicale attecchisca in maniera adeguata.