Ibisco: coltivazione e cura

L’ibisco è una pianta di semplice coltivazione e che richiede poche cure, perciò rappresenta la scelta ideale per chi non è esperto di giardinaggio o non possiede molto tempo per dedicarsi a questa attività. Le sue esigenze sono piuttosto limitate anche in termini di terreno, innaffiature e concimazione, e la sua resistenza nei confronti degli inquinanti ambientali e dello smog rende l’ibisco una pianta adatta per l’arredo urbano delle città anche più trafficate.

Coltivazione e cura dell’ibisco

Questa versatile pianta è adatta sia alla coltivazione in piena terra che in vaso, ad esempio per ornare terrazzi a balconi. L’ibisco necessita di vasi capienti e ogni due o tre anni dovrebbe essere rinvasato sostituendo il contenitore precedente con uno più grande.

Per quanto riguarda la moltiplicazione di questa pianta, senza dubbio il taleaggio rappresenta la soluzione migliore per ottenere esemplari dalle caratteristiche identiche alla pianta madre. Questa tecnica prevede l’asportazione di talee legnose di 8-10 centimetri di lunghezza da rami dell’anno precedente; queste vengono poi fatte radicare in vaso, e la tecnica è indicata per gli ibischi perenni. I mesi più indicati per il taleaggio sono quelli compresi fra aprile ed agosto, e per stimolare la radicazione è possibile trattare le talee con una soluzione di acqua ed ormoni radicanti. Un altro buon metodo per la propagazione dell’ibisco è l’innesto, tecnica che però richiede una certa perizia.

Ibisco: coltivazione e cura

L’ibisco facilmente produce semi, ma gli esemplari che ne derivano spesso presentano caratteristiche molto diverse rispetto alle piante di partenza a causa della ricombinazione genetica. Le specie annuali, ovviamente, possono essere coltivate solo piantumando i semi di anno in anno, ma è preferibile acquistare semente certificata presso i negozi di giardinaggio e i garden center. La semina va effettuata in marzo, quando le temperature diventano più miti, ed i piccoli semi devono essere interrati a profondità non eccessive.

Qualora si acquistassero piante di ibisco presso un vivaio, la loro messa a dimora può avvenire verso la fine dell’inverno (a cavallo tra febbraio e marzo, se il clima non è troppo freddo) o, ancor meglio, in autunno (ottobre) quando il terreno conserva ancora parte del calore dell’estate e l’apparato radicale può svilupparsi prima della dormienza invernale.

Esposizione e ventilazione

L’ibisco esprime senza dubbio il meglio di sé quando viene fatto crescere in zone ben soleggiate o tutt’al più in mezz’ombra. Un eccessivo ombreggiamento può tuttavia determinare la riduzione delle fioriture, con boccioli che si formano ma che non riescono ad aprirsi. Qualora si notasse questo fenomeno, è bene spostare l’ibisco in una posizione più luminosa (se la pianta è in vaso) oppure, se in piena terra, cercare di ridurne l’ombreggiamento ad esempio potando le piante circostanti. L’ibisco predilige le collocazioni in zone ben arieggiate dove non ristagni l’umidità dell’aria, a patto che non siano eccessivamente ventose.

Temperature

Generalmente l’ibisco ama i climi miti e le estati lunghe e calde, anche se specie come l’Hibiscus syriacus tollerano senza problemi gli inverni freddi tipici delle zone temperate. In seguito ad inverni particolarmente rigidi si può assistere al disseccamento di alcuni rami, che però non compromette la vitalità della pianta. L’Hibiscus rosa-sinensis dovrebbe essere collocato al riparo quando la temperatura scende al di sotto dei 12°C circa.

Annaffiature

Le piante di ibisco prediligono i terreni umidi anche se resistono a periodi siccitosi non troppo prolungati. Le piante più giovani e messe a dimora recentemente richiedono innaffiature più frequenti ed abbondanti, dal momento che il loro apparato radicale presenta un’estensione limitata; gli esemplari ben sviluppati, invece, possiedono radici profonde e ramificate perciò le innaffiature possono essere meno abbondanti. Per garantire il giusto grado di umidità del terreno in inverno sono in genere sufficienti le precipitazioni, perciò le innaffiature possono essere sospese. Attenzione ai ristagni idrici che la pianta soffre molto, e che possono causare fenomeni di asfissia e marciumi dell’apparato radicale.

Terreno

Dal punto di vista del substrato di crescita, l’ibisco non presenta esigenze particolari e si adatta bene a tutte le tipologie di terreno, anche quelli meno fertili e ricchi. La sua crescita è ideale quando il terreno è mediamente ricco di sostanza organica, fertile, soffice e ben drenato.

Concimazione

Allo scopo di favorire la fioritura è opportuno concimare l’ibisco durante la stagione vegetativa dall’inizio della primavera sino all’autunno. Si possono utilizzare concimi chimici granulari a lenta cessione che apportino soprattutto potassio, in grado di stimolare lo sviluppo dei boccioli. Da evitare sono invece i formulati troppo ricchi in azoto dal momento che questo nutriente “spinge” più verso la crescita delle parti vegetative della pianta, sottraendo quindi energie alla fioritura. In alternativa si possono utilizzare concimi liquidi da diluire nell’acqua delle innaffiature, da somministrare con cadenza bi- o trisettimanale. È buona norma, alla fine dell’inverno, incorporare nel terreno della sostanza organica come ad esempio letame maturo, stallatico equino o compost.

Potatura

Le piante di ibisco presentano in genere uno sviluppo vigoroso, e terminata la fioritura è indispensabile potarle. Questa operazione deve essere effettuata solo su individui che hanno già raggiunto il terzo o quarto anno di età, ed ha lo scopo di stimolare la produzione di nuovi germogli (e quindi di rami) che produrranno i fiori nella stagione successiva. Il periodo migliore per la potatura si colloca entro il tardo autunno, per evitare che la pianta sia danneggiata dai primi freddi. Alla fine dell’inverno e prima della ripresa vegetativa è possibile “ritoccare” la potatura eliminando i rami eventualmente rovinati o indeboliti. Nell’ambito di questa pratica, la cimatura degli apici stimola l’emissione di rami dal fusto ed è particolarmente indicata quando l’ibisco viene fatto crescere ad alberello o in forma di siepe.

Parassiti e malattie

L’ibisco, e specialmente i suoi germogli, i boccioli ed i rami giovani, è una specie che spesso subisce gli attacchi di parassiti come acari (come il ragnetto rosso) ed afidi, che succhiano la linfa indebolendo la pianta. La produzione di melata, sostanza zuccherina ed appiccicaticcia dovuta alla presenza degli afidi, rappresenta inoltre un substrato di crescita ideale per le fumaggini, causate da funghi patogeni. Anche le cocciniglie sono insetti fitofagi che spesso attaccano l’ibisco, e la comparsa sulla pagina inferiore delle foglie di vistose macchie brune e giallastre è quasi certamente indizio della presenza della cocciniglia bruna. La cocciniglia cotonosa, invece, si riconosce facilmente perché produce una lanugine bianca. Tutti i parassiti devono essere combattuti con l’utilizzo di insetticidi ed antiparassitari specifici, da utilizzare anche per trattamenti preventivi. Ottimi sono anche i prodotti sistemici, che entrano nel circolo linfatico della pianta e da lì colpiscono i fitofagi.

Fra la malattie fungine che più comunemente affliggono l’ibisco troviamo l’oidio, detto anche mal bianco, che si riconosce per le macchie biancastre dall’inconfondibile aspetto polverulento che si formano su rami, foglie e germogli. L’oidio e le altre malattie di natura fungina devono essere combattute mediante l’utilizzo di prodotti antifungini, che possono essere anche utilizzati a scopi preventivi.

Approfondimento: combattere il mal bianco

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2 Commenti

  1. ottavio murineddu
  2. lio grippi

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