Fitoplasmi e rickettsie delle piante

Accanto alle diverse malattie causate alle piante da animali, batteri e virus, ve ne sono alcune che appartengono a particolari categorie: i fitoplasmi e le rickettsie. Si tratta di patologie poco conosciute, ma che possono causare danni anche molto gravi. In questa guida scopriremo quali sono i sintomi caratteristici di fitoplasmi e rickettsie, i loro vettori e quali sono le strategie più indicate per prevenirle e difendere così le nostre piante.

Fitoplasmi e rickettsie delle piante

Fitoplasmi

I fitoplasmi (o micoplasmi) sono considerati come entità intermedie fra i batteri e i virus; la loro classificazione tassonomica, per questo motivo, è tuttora oggetto di dibattito. Si tratta di “organismi” di ridotte dimensioni, paragonabili per intenderci a quelle dei virus; contrariamente a quanto accade nei batteri i fitoplasmi sono sprovvisti di una parete cellulare, ma possiedono una sorta di membrana esterna formata da proteine, glucidi e lipidi.

Al loro interno non si trova un vero e proprio nucleo, come accade invece in una cellula, ma è presente del materiale genetico sotto forma di DNA o RNA. I meccanismi di riproduzione dei micoplasmi non sono ancora ben noti, ma per certi versi assomigliano a quelli dei batteri.

I fitoplasmi sono solitamente trasmessi da vettori animali, come ad esempio gli insetti dotati di apparato boccale pungente-succhiante. I danni da fitoplasmi si manifestano soprattutto a livello dei tessuti vascolari (floema) che nella pianta trasportano la linfa elaborata, con conseguenze molto gravi.

Rickettsie

Anche le rickettsie possono essere considerati “organismi” a metà strada fra virus e batteri. Al pari di questi ultimi, le rickettsie presentano una parete cellulare esterna che conferisce loro una forma a bastoncello oppure sferica. Nella cellula non è presente un nucleo, ma il materiale genetico vi è disperso liberamente.

A differenza dei fitoplasmi, le rickettsie non possono vivere né riprodursi autonomamente ma necessitano di un organismo ospite da parassitizzare.

Vediamo dunque quali sono i principali tra questi flagelli di cui potremo aver timore per le piante del nostro giardino e del nostro orto.

Flavescenza Dorata – fitoplasma

Questa malattia colpisce solo ed esclusivamente le viti. Si tratta di un fitoplasma che negli ultimi decenni ha vissuto una forte espansione in molte aree a vocazione viticola del nostro Paese, dopo essere arrivato agli inizi degli anni ’70 dalla Francia.

La caratteristica distintiva della Flavescenza Dorata è l’improvvisa comparsa di sintomatologie su piante in ottime condizioni di salute; in rari casi si osserva la regressione o addirittura la scomparsa dei sintomi con altrettanta rapidità.

Flavescenza Dorata

I sintomi caratteristici delle Flavescenza Dorata sono rappresentati da:

  • Alterazioni di colore caratteristiche delle lamine fogliari: giallastro-dorate nelle uve bianche, violaceo-rossastre nelle uve nere;
  • Arrotolamento delle foglie verso il basso;
  • Incurvamento dei germogli;
  • Consistenza gommosa dei tralci;
  • Lesioni e pustole alla base dei tralci, che talvolta possono annerire e necrotizzare;
  • Mancata schiusura delle gemme;
  • Arresto improvviso della crescita e dell’attività vegetativa.

La trasmissione della Flavescenza Dorata può essere causata dall’innesto di materiale vegetativo infetto oppure dalle punture di un vettore animale, l’insetto Cicadellide conosciuto con il nome di Cicalina della Flavescenza Dorata (Scaphoideus titanus).

Non esistono cure: le uniche strategie efficaci sono il controllo dell’insetto vettore, eliminare le piante colpite dalla malattia e utilizzare solo materiale di propagazione sano e certificato. In aggiunta a queste misure preventive è consigliabile estirpare e bruciare le viti abbandonate e rinselvatichite, che possono rappresentare pericolosi focolai di infezione nonché zone di rifugio per la Cicalina.

Moria del Pero – fitoplasma

Questa malattia è conosciuta anche con il nome inglese Pear Decline (letteralmente: “Declino del Pero”) ed è causata da un fitoplasma appartenente alla classe Mollicutes. Con tutta probabilità si tratta di una malattia di origine nordamericana, arrivata in Italia intorno agli anni ’40 – ’50; nel corso dei decenni è diventata endemica nelle regioni settentrionali dove causa gravi problemi al settore della frutticoltura.

Moria del Pero

Per via della gravità di questa malattia, la Moria del Pero è stata dichiarata dalla Comunità Europea come “patogeno da quarantena” (Direttiva Comunitaria n. 77/93/CEE).

La Moria del Pero si manifesta nel corso della stagione estiva e prosegue sino al sopraggiungere dell’autunno; le piante colpite ogni anno manifestano una caratteristica ed inconfondibile sintomatologia. Il sintomo più evidente è l’arrossamento completo della chioma, che rende immediata l’individuazione degli alberi colpiti a causa del contrasto con il verde di quelli sani. Le foglie inoltre si accartocciano verso l’alto ed assumono una consistenza simile a quella del papiro.

La crescita diventa sempre più stentata col passare delle stagioni, e al sopraggiungere di ogni primavera la chioma delle piante puntualmente si tinge di rosso. Sul tronco, a livello del punto di innesto, si osservano talvolta scortecciamenti, mentre nella zona del colletto (che separa la parte ipogea dall’apparato aereo) si evidenziano formazioni necrotiche profonde.

Anche le radici sono interessate da necrosi più o meno diffuse, pertanto risultano notevolmente compromesse le loro funzionalità. Tutti questi gravi sintomi culminano, prima o poi, nella morte della pianta. il decorso della malattia è più o meno veloce a seconda delle varietà di pero; le più sensibili sono ad esempio Decana del Comizio e William.

La Moria del Pero può essere causata da un vettore animale, la Psilla Comune del Pero (Cacopsylla piri), un insetto fitofago in grado di trasmettere questo fitoplasma attraverso le sue punture di nutrizione.

È possibile solo una lotta di tipo preventivo contro la Moria del Pero: le strategie sono rappresentate dal controllo del vettore e dall’utilizzo di materiali propagativi sani (certificati). Inoltre, la concimazione e le cure agronomiche dovrebbero essere attente e regolari, allo scopo di rendere le piante più resistenti nei confronti degli attacchi dei patogeni.

Accartocciamento Fogliare Clorotico o Leptonecrosi – fitoplasma

Questo fitoplasma è tipico del susino e i suoi sintomi sono ben evidenti sulle foglie, che si accartocciano verso l’alto; i bordi presentano alterazioni cromatiche e spesso necrosi di colore rossiccio. Con il passare del tempo i tessuti vascolari della pianta (floema) subiscono gravi alterazioni necrotiche e disseccano; dopo un progressivo e inarrestabile deperimento, infine, la pianta muore.

Accartocciamento Fogliare Clorotico o Leptonecrosi

A seconda delle varietà le piante si susino manifestano una sensibilità differente nei confronti di questa più malattia: le più suscettibili sono quelle di origine orientale.

Non esistono cure per l’Accartocciamento Fogliare Clorotico; si può solo intervenire a livello preventivo utilizzando materiali propagativi non infetti e tenendo sotto controllo le popolazioni di insetti (soprattutto Rincoti) che sono i principali vettori del fitoplasma.

Malattia di Pierce – rickettsia

Questa malattia colpisce la vite e in misura minore altre piante come ad esempio le drupacee (susino, pesco, albicocco, pruno…) ed alcuni alberi di interesse ornamentale e forestale (quercia olmo, platano, acero). L’agente patogeno responsabile della Malattia di Pierce appartiene al gruppo delle rickettsie ed è classificato con il nome scientifico Xylella fastidiosa.

I sintomi sulle piante compaiono verso l’inizio dell’estate: le foglie presentano alterazioni giallastre nelle uve bianche, oppure tendenti al rossastro nelle uve nere. Inoltre le foglie colpite si distaccano dalla pianta, ma curiosamente solo le lamine; il picciolo, invece, rimane attaccato sul tralcio.

Malattia di Pierce

Sui tralci stessi si sviluppano zone necrotiche, la lignificazione è ridotta e spesso i tessuti vascolari presentano modificazioni strutturali e deformità. I grappoli inoltre sono colpiti da disseccamenti ed appassimenti. La Malattia di Pierce può quindi avere conseguenze piuttosto gravi sulla produttività delle piante.

Ad essere responsabili della trasmissione di questa malattia sono alcuni insetti come ad esempio le Cicaline ed alcuni Cercopidi. È proprio sul controllo di questi vettori che è possibile intervenire a scopo preventivo per evitare la comparsa della Malattia di Pierce, anche se si tratta di un tipo di lotta non sempre efficace.

Siti internet per approfondire fitoplasmi e rickettsie

Per ulteriori approfondimenti sui fitoplasmi e sulle rickettsie è possibile consultare schede tecniche e descrizioni dettagliate cliccando sui seguenti link:

  • Agrimag.com – Fitoplasmi
  • Agrimag.com – Rickettsie
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