I microelementi nelle piante
I microelementi (detti anche oligoelementi o micronutrienti) sono, insieme ai macroelementi, indispensabili per la vita delle piante. I microelementi sono richiesti in quantità inferiori rispetto ai macroelementi, ma non per questo devono essere considerati meno importanti. Infatti i micronutrienti sono essenziali per il loro ruolo metabolico e di catalizzatori delle reazioni biochimiche che avvengono nelle piante, un po’ come lo sono per noi le vitamine.
Ogni microelemento è caratterizzato da un minimum, ovvero una quantità al di sotto della quale le piante manifestano fenomeni di carenza, e da un maximum, oltre il quale si osservano invece sintomi da eccesso e intossicazioni. Fra questi due estremi si trova la cosiddetta zona di optimum, nella quale gli apporti sono ottimali per la vita della pianta.
La carenza di microelementi si ripercuote sulla crescita dell’intera pianta oppure, in modo più localizzato, sulla funzionalità di alcuni organi. In genere, invece, gli eccessi si traducono in fenomeni di intossicazione che possono condurre anche alla morte del vegetale.
A causa delle ridotte quantità richieste, le carenze di microelementi sono in genere più rare rispetto a quelle dei macronutrienti (azoto, fosforo, potassio…). Solitamente i terreni presentano una dotazione sufficiente per i fabbisogni delle piante, anche se negli ultimi anni (soprattutto nelle coltivazioni più specializzate) si sta assistendo ad un aumento dei casi di carenza da micronutrienti. Questo è dovuto al sempre minore utilizzo di fertilizzanti organici (compost, letame, stallatico…) e ai concimi chimici che sono diventati sempre più puri e pertanto privi di microelementi in tracce. Un buon consiglio che dovrebbe scongiurare qualsiasi problema di carenza da micronutrienti è quello di concimare periodicamente con sostanza organica l’orto o il giardino.
I microelementi più importanti per le piante sono rappresentati da
- ferro
- manganese
- zinco
- rame
- boro
- cloro
- silicio
- molibdeno
Inoltre nei tessuti vegetali si possono trovare anche ridottissime quantità di vanadio e di sodio, che tuttavia non saranno trattati in questa guida.
Ferro
Nelle piante il ferro viene assorbito sotto forma di ione ferroso Fe2+.
I sintomi da carenza di ferro sono rappresentati da:
- Ingiallimento degli spazi fra le nervature (internervali) delle foglie più giovani; a lungo andare anche le nervature stesse ingialliscono. L’ingiallimento si estende progressivamente alle foglie basali. Questa sintomatologia a livello delle foglie viene indicata con il termine specifico “clorosi ferrica”
- Sbiancamenti, necrosi e caduta delle foglie, nei casi più gravi
- Ridotto sviluppo delle piante
- Fioritura stentata
- Produzione limitata o nulla di frutti
Solitamente nel terreno vi è ferro a sufficienza per soddisfare i fabbisogni nutritivi delle piante. Talvolta, però, questo microelemento non risulta disponibile: è questo il caso dei terreni calcarei a reazione alcalina (pH elevato) nei quali il ferro non è presente in forma utilizzabile dalle piante ma come Fe3+, una forma ferrica insolubile. Le carenze di ferro possono essere causate anche da un eccesso di fosforo, che lega l’elemento facendolo diventare insolubile, oppure dalla presenza di microelementi che si comportano da antagonisti (manganese, rame, zinco e molibdeno) o di metalli pesanti (nichel e cromo). È importante non confondere i sintomi di carenze di ferro (clorosi ferrica) con gli ingiallimenti dovuti alla carenza di azoto.
Gli eccessi di ferro nel terreno non determinano conseguenze dirette sulle piante, ma riducono la disponibilità di manganese e fosforo causando quindi carenze indotte.
Quando concimare: in caso di carenza di ferro è possibile intervenire con prodotti da distribuire sul terreno oppure direttamente a livello fogliare, più rapidi ed efficaci. In commercio si possono inoltre trovare chelati di ferro, formulati da distribuire sul terreno che rilasciano questo micronutriente in modo graduale nel tempo (a lenta cessione), e permettono di sostenere la vita delle piante anche in terreni sfavorevoli.
Le piante che maggiormente risentono di carenze di ferro sono alcune specie ornamentali (rose, ortensie e gerbere), del frutteto (vite, agrumi, pesco, actinidia, cotogno) e dell’orto (pomodori e lattughe).
Manganese
Nelle piante il manganese viene assorbito sotto forma di ione bivalente Mn2+. Il catione tetravalente (Mn4+) è invece insolubile.
I sintomi da carenza di manganese sono rappresentati da:
- Ingiallimento nelle zone comprese fra le nervature delle foglie (clorosi intervenale)
- Formazione di imbrunimenti, necrosi e caduta delle foglie nei casi più gravi
- Scarsa fioritura
Il manganese è un elemento la cui capacità di assorbimento da parte delle piante decresce con l’aumentare del pH (alcalinità) del terreno. Inoltre alcuni elementi come ferro, calcio, magnesio e zinco sono in grado di legare il manganese rendendolo indisponibile per le piante. Le carenze di manganese possono verificarsi soprattutto in terreni organici, sabbiosi o aridi.
Gli eccessi di manganese sono più frequenti nei suoli acidi oppure nei terreni dove le concentrazioni di questo micronutriente sono già di per sé molto elevate. Le piante subiscono, in questo caso, intossicazioni più o meno gravi.
Zinco
Nelle piante lo zinco viene assorbito sotto forma di ione Zn2+.
I sintomi da carenza di zinco sono rappresentati da:
- Crescita stentata delle piante, nanismo
- Comparsa di zone clorotiche ingiallite lungo le nervature
- Deformazioni del margine delle foglie
- Crescita di foglie più piccole, affusolate e strette del normale
- Formazione di germogli deboli e corti, che tendono a disseccare
- Internodi (tratti di fusto fra un nodo e l’altro) corti
- Soprattutto nel melo e nel pero, sviluppo “a rosetta” degli apici
- Caduta anticipata dei frutti
Lo zinco può essere presente in abbondanza nel terreno, ma risultare indisponibile per le piante, quando il substrato è caratterizzato da un’eccessiva alcalinità (pH elevato). Inoltre un eccesso di fosforo può limitare o impedire l’assorbimento dello zinco. Questo micronutriente inoltre gioca un ruolo sinergico nei confronti del magnesio e del rame, mentre è un antagonista del ferro. La carenza di zinco è più frequente nel corso delle primavere piovose ed umide oppure nei terreni sabbiosi privi
di sostanza organica.
Rame
Nelle piante il rame viene assorbito sotto forma di ione Cu2+.
I sintomi da carenza di rame sono rappresentati da:
- Ingiallimento delle foglie, talvolta sbiancamento
- Arrotolamento e deformazione delle foglie
- Comparsa di zone necrotiche sull’apice fogliare
- Deperimento dei germogli
- In casi molto rari, nelle piante arboree si possono osservare fessurazioni nella corteccia con perdita di essudati gommosi
Anche nel caso del rame solitamente il terreno ne contiene a sufficienza per soddisfare i fabbisogni delle piante. Può però accadere che in alcune particolari condizioni questo micronutriente non sia assorbibile: è questo il caso, ad esempio, di eccessive concimazioni con fosforo che causano la formazione di composti rameici insolubili. Il rame è inoltre scarsamente disponibile nei terreni argillosi, particolarmente ricchi di sostanza organica oppure a pH elevato.
Il sintomo tipico di un eccesso di rame è dato da un ingiallimento delle foglie, causato non tanto dall’azione del rame stesso ma dal conseguente limitato assorbimento di ferro da parte della pianta.
Boro
Nelle piante il boro viene assorbito sotto forma di ione BO33-o HBO32-.
I sintomi da carenza di boro sono rappresentati da:
- Rallentamento della crescita della pianta
- Aborto delle gemme apicali
- Crescita striminzita dei germogli
- Decolorazione fogliare
- Produzione di foglie “a rosetta”, fragili e sottili
- Disfacimento e necrosi dei tessuti molli
- Infecondità dei fiori
- Caduta dei frutticini appena formati
- Ridotta produzione di frutti, solitamente piccoli e cavi
È comunque importante sottolineare che le carenze di boro sono eventi piuttosto inusuali, dal momento che il terreno solitamente ne contiene quantità sufficienti per le piante. Può tuttavia accadere che a causa di un eccesso di calcio si possa manifestare una ridotta disponibilità di questo micronutriente; il boro è inoltre meno disponibile per le piante nei terreni acidi, sabbiosi e nelle zone dove piove intensamente. Inoltre, in corrispondenza dei periodi siccitosi, a causa della scarsa attività delle radici è possibile che si verifichino carenze di questo micronutriente. Il boro inoltre stimola l’assorbimento dei cationi (ioni carichi positivamente, come ad esempio il calcio) mentre ostacola quello degli anioni (ioni negativi).
I sintomi da eccesso di boro sono rappresentati da:
- Comparsa di macchie gialle sulle foglie che via via si estendono dall’apice verso la base della lamina
- In autunno possono comparire imbrunimenti e necrosi fogliari, con successiva caduta delle foglie
Questi sintomi non sono affatto semplici da identificare, dal momento che sono spesso confusi con quelli dovuti ad un eccesso di cloro, sodio o zolfo.
Cloro
Nelle piante il cloro viene assorbito sotto forma di ione cloruro (Cl–), ma in quantità davvero ridottissime.
I sintomi da carenza di cloro sono rappresentati da:
- Foglie piccole e con colorazioni giallastre o bronzee
- Necrosi delle lamine fogliari
- Fragilità e rottura degli apici vegetativi e dei germogli
Essendo il cloro solitamente abbondante nei terreni, le carenze di questo micronutriente sono rarissime. Queste si possono comunque manifestare nei terreni sabbiosi interessati da forte piovosità, nei quali il cloro viene dilavato.
È molto più probabile che, al contrario, le piante soffrano di un eccesso di cloro, soprattutto nelle zone situate in prossimità del mare e nei terreni salini.
Silicio
Nei terreni il silicio è presente in grandissime quantità, e ciò non stupisce dal momento che si tratta del secondo elemento più abbondante sulla Terra dopo l’ossigeno! Tuttavia, si tratta per la maggior parte di silicio in forma non assimilabile per le piante; l’unica forma assorbibile sembra essere lo ione ortosilicico tetravalente (SiO44-).
Non si può parlare di vere e proprie carenze di silicio, e anche la somministrazione di fertilizzanti che lo contengono non è considerata indispensabile. È stato però notato che, in alcune piante, la concimazione con silicio determina un rinforzamento delle pareti cellulari, il che aumenta la resistenza delle piante nei confronti delle avversità meteorologiche, degli attacchi dei patogeni (es. afidi e altri insetti pungenti-succhianti) e di alcune malattie fungine. Apporti extra di silicio inoltre permettono alla pianta di assumere un portamento più eretto: per questo, in alcuni casi, una simile concimazione può risultare benefica.
Molibdeno
Nelle piante il molibdeno viene assorbito sotto forma di anione (MoO42-).
I sintomi da carenza di molibdeno sono rappresentati da:
- Crescita stentata delle piante e nanismo
- Produzione di foglie piccole, ingiallite e con maculature, di scarsa consistenza
- Appassimento e deformazione delle lamine fogliari
- Nelle leguminose, limitata produzione di baccelli
Il molibdeno è un micronutriente la cui solubilità è maggiore nei terreni alcalini, mentre si riduce in quelli a pH più acido. È comunque molto raro osservare i sintomi di questa carenza, dal momento che per la maggior parte delle piante i fabbisogni di molibdeno sono davvero ridotti. Inoltre, sui legumi, la carenza di molibdeno spesso si manifesta come una carenza da azoto, dal momento che il microelemento è coinvolto nella sua la fissazione. Le carenze possono interessare soprattutto terreni sabbiosi, acidi oppure caratterizzati da elevata umidità o piovosità.
Come intervenire: in caso di carenze di molibdeno su terreni acidi, piuttosto che intervenire con una concimazione è opportuno somministrare prodotti in grado di innalzare il pH del substrato allo scopo di migliorare la disponibilità di questo micronutriente.