La vangatura è un lavoro preparatorio che serve a far trovare alle piante un terreno morbido e sciolto. Si effettua prima di semine e trapianti e si tratta anche di un tipico lavoro autunnale, da fare nell’orto a fine stagione, in vista del prossimo anno.
Scopriamo come fare una buona vangatura e quando è opportuno farla. Scopriremo anche alcuni attrezzi veramente interessanti per vangare facendo meno fatica.
Contenuti della guida:
Perché vangare
Con la vangatura abbiamo quattro obiettivi principali:
- Dissodare: il suolo deve presentarsi sciolto e non compatto, in modo che le radici delle piante coltivate possano penetrarvi facilmente.
- Favorire il drenaggio. L’acqua delle piogge e dell’irrigazione deve infiltrarsi nel suolo e non formare pozze o ristagni superficiali, che farebbero marcire rapidamente le piante coltivate.
- Arieggiare. La movimentazione del terreno porta ossigeno, favorendo l’attività dei microrganismi positivi.
- Controllare le piante infestanti. Vangando si pulisce il terreno, contrastando la presenza di specie spontanee che possono essere in competizione con le nostre coltivazioni.
Quando vangare
Per vangare il terreno deve essere libero da coltivazioni, quindi si tratta di un lavoro da fare prima di piantare o seminare.
Conviene vangare almeno 10 giorni prima di mettere piantine, in modo che il suolo abbia un po’ di tempo per riassestarsi nel suo equilibrio. Questa è una buona pratica facoltativa: se abbiamo fretta possiamo anche vangare e trapiantare le piantine subito dopo.
In un orto in genere si vanga almeno una volta all’anno. Una buona pratica è fare la vangatura in autunno, intorno a ottobre o novembre, dopo aver tolto le coltivazioni estive dal campo.
La vangatura autunnale è preziosa perché poi le gelate invernali aiuteranno ulteriormente a strutturare bene il terreno, rendendolo perfetto poi per le semine e i trapianti da fare in primavera.
Lavorare il suolo quando è in tempera
Lavangaturasi può fare solo quando il terreno è nelle giuste condizioni, ovvero “in tempera”.
Il suolo in tempera è un suolo non troppo bagnato e neppure totalmente asciutto.
Un terreno bagnato tende a compattarsi subito in agglomerati, un terreno totalmente asciutto si polverizza. Sono condizioni in cui è sbagliato vangare.
Come vangare
Per vangare si affonda la lama della vanga nel terreno, premendo con il piede per farla andare in profondità. Poi si rompe la zolla facendo leva con il manico ed eventualmente la si solleva, facendola ricadere al contrario.
Idealmente conviene mandare a fondo tutta la dimensione della lama, in modo da lavorare il suolo a 20-25 cm di profondità.
La lama della vanga taglia piccole porzioni di suolo, in zolle. In genere si sceglie di sollevarle e lasciarle cadere rivoltate sottosopra. Questo permette di controllare le piante infestanti, che vengono mandate nel sottosuolo. Torniamo tra poco su questo tema del ribaltamento della zolla.
La classica vangatura prevede di fare una prima striscia a cui si tolgono le zolle, tenendole da parte. In questo modo si crea uno stretto spazio vuoto, che agevola il lavoro successivo.
Fatta la prima striscia, si procede andando all’indietro, in modo tale da non calpestare mai il terreno vangato.
Le zolle tolte all’inizio potranno essere poi messe alla fine dell’appezzamento, nell’ultima striscia, coprendo il buco. Conviene spostarle con una carriola.
Girare la zolla oppure no
Abbiamo detto che la tecnica classica per vangare prevede il ribaltamento della zolla.
Teniamo conto che facendo questo lavoro si manda a fondo lo strato superficiale del suolo, quello più fertile e ricco di microrganismi positivi, che vivono grazie all’ossigeno. Questo altera gli equilibri del suolo.
Rivoltando la zolla abbiamo pregi (una maggior pulizia) e difetti (danni alla fertilità biologica).
Non bisogna essere estremisti: ciascuno può scegliere se ribaltare o no la zolla, valutando anche i suoi obiettivi. Il ribaltamento della zolla non crea un danno grave perché parliamo di pochi centimetri (è molto peggio quello che può fare l’aratura con mezzi pesanti).
Partendo da un prato mai coltivato ha senso ribaltare la zolla, su un terreno ben lavorato ci si può accontentare di un’arieggiatura senza ribaltamenti.
Teniamo conto che ribaltare la zolla costa molta fatica, quindi evitarlo ha il vantaggio di risparmiarci un possibile mal di schiena!
Attrezzi per vangare
Per vangare in genere si usa la vanga, che può essere a punta (utile per terreni molto compatti) oppure a lama squadrata.
Ci sono però una serie di interessanti attrezzi, che forse non conoscete e che possono aiutare a far meno fatica.
Forca vanga
La forca vanga è un’ottima alternativa alla vanga classica, in particolare se si decide di fare un’arieggiatura del suolo senza ribaltamento della zolla. Naturalmente non si tratta della forca da fieno, ma di una forca dai denti dritti e robusti. La trovate qui.
Grelinette
La grelinette è un attrezzo francese davvero straordinario per ergonomia, inspiegabilmente poco conosciuta in Italia. Si tratta praticamente di una forca vanga con due manici. Potete trovarla qui.
Tecnovanga
La tecnovanga è un attrezzo manuale brevettato da Valmas, che ha un meccanismo di inclinazione del manico veramente intelligente. Permette di fare leva senza affaticare la schiena. Dateci un’occhiata, è molto comoda. La trovate qui.
Staffa pedale
Il pedale è una piccola staffa in metallo che si fissa lungo il manico della vanga, 10-15 cm sopra la lama. Permette di premere la vanga più a fondo. Si tratta di un accorgimento semplicissimo: costa pochi euro ed è applicabile a qualsiasi vanga, ma veramente utile per lavorare meglio. Lo trovate qui.
Meccanizzare la vangatura
Per grandi estensioni, oppure quando problemi fisici rendono molto pesante vangare, ci si può avvalere di mezzi meccanici per fare lavorazioni simili a quelle della vanga.
Esistono macchine vangatrici a questo scopo, sia per trattori che per motocoltivatori.
Attenzione a non confondere la fresatura con un’alternativa alla vangatura. La fresa (che si realizza ad esempio con la motozappa) fa un lavoro più superficiale e non può sostituire il lavoro della vanga.
Più affine nel risultato alla vangatura è il lavoro di un altro applicativo del motocoltivatore: l’aratro rotativo. In questo video si vedono fresa e aratro rotativo a confronto, mentre in questo si vede bene come lavora una vangatrice da motocoltivatore.
Alternative alla vangatura
Non è obbligatorio vangare per fare l’orto.
Ci sono tecniche, come il no dig o la coltivazione elementare, che prevedono di coltivare senza lavorazioni, altre dove le lavorazioni sono minimizzate.
Non ci addentriamo qui nell’argomento della non lavorazione del suolo, ma possiamo vedere tre pratiche utili per mantenere un suolo soffice senza vangare, o vangando raramente:
- Una pacciamatura in paglia e fieno molto spessa preserva il suolo dal compattamento e può mantenerlo soffice in assenza di vangatura.
- La copertura di un terreno inerbito con un telo di plastica piuttosto pesante (non i teli da pacciamatura usa e getta) per alcune settimane toglie luce alle erbe presenti, trattiene umidità e calore. Il risultato è simile a una lavorazione.
- Le radici delle piante lavorano il suolo, per cui tenere un terreno coltivato da molte piante lo preserva soffice. Possiamo anche seminare un sovescio con piante fittonanti, ad esempio veccia, lupino, rafano, colza, senape bianca.
Sul tema della preparazione dell’orto trovi una bella panoramica nel nostro video corso ORTO FACILE, mi permetto di consigliartelo perché penso possa essere davvero utile.
Articolo di Matteo Cereda