Insetti che mangiano il legno: come combatterli

Gli insetti sono una particolare categoria di organismi dannosi per le coltivazioni dal momento che soprattutto le larve, ma in alcuni casi anche gli adulti, scavano gallerie nel legno compromettendo le funzionalità della pianta. In questa guida sono descritti i principali insetti xilofagi (che mangiano legno) che possono attaccare le piante del giardino e del frutteto, le caratteristiche utili per il loro riconoscimento e le strategie da adottare per debellarli o impedirne gli attacchi.

Combattere gli insetti che mangiano il legno

Come riconoscere e combattere gli insetti che mangiano legno

Il termine tecnico per definire questi insetti che scavano e mangiano legno è xilofagi (dal greco xilos, “legno” e fagos, “mangiare”, ossia “mangiare il legno”). Sono parassiti pericolosi e subdoli, perchè spesso accattano la pianta dall’interno e quando diventano visibili hanno ormai compromesso il fusto o il tronco in maniera seria, a volte irreversibile. Ecco quindi l’importanza di conoscerli bene e di sapere come individuarne le prime tracce, ma anche comecombatterli efficacemente senza mettere a rischio la pianta stessa. Vediamo quindi quali sono questi insetti mangia legno.

Rodilegno rosso

Rodilegno rosso

Il rodilegno rosso (Cossus cossus) è un lepidottero estremamente polifago, ovvero in grado di attaccare numerose specie vegetali come ad esempio gli alberi da frutto e soprattutto il noce, le pomacee (melo, pero) e le drupacee (pesco, susino, pruno, albicocco), oltre a specie di interesse ornamentale, paesaggistico e forestale (es. pioppo).

L’adulto di questa specie è una farfalla di dimensioni piuttosto grandi, la cui apertura alare raggiunge facilmente gli 80-100 millimetri. Le ali sono di colore bruno-grigiastro e presentano striature sottili più scure. La larve sono, come del resto si può intuire dal nome comune, di color rosso scuro o rosato nella parte dorsale, mentre nella parte inferiore la colorazione è giallo ocra; il capo è invece scuro. Anche in questo caso le dimensioni sono notevoli: gli esemplari più grandi di Cossus cossus raggiungono infatti i 90-100 millimetri di lunghezza.

Sono le larve ad essere responsabili dei gravi danni alle piante: esse infatti scavano gallerie profonde nel tronco e nei rami, indebolendoli dal punto di vista della resistenza meccanica e compromettendo le capacità di trasporto della linfa nei tessuti. A causa degli attacchi di rodilegno rosso, le piante manifestano un lento ma progressivo indebolimento che nei casi più gravi può culminare con la morte dell’organismo. Oltre a questi danni fisici, nelle gallerie scavate dal rodilegno rosso rappresentano il punto d’ingresso ideale per altri parassiti, microorganismi patogeni e funghi parassiti.

I trattamenti chimici contro il Cossus cossus prevedono l’impiego di miscele di insetticidi e “oli bianchi attivati”. È possibile anche intervenire con strategie di tipo meccanico, infilando nelle gallerie dei pezzi di filo di ferro per trafiggere le larve; in alternativa, nei fori possono essere nebulizzati insetticidi sotto forma di aerosol, per poi chiuderli completamente con lo stucco. I nemici naturali del rodilegno rosso sono invece rappresentati da alcuni nematodi, ditteri che si nutrono di larve (Phorocera) e imenotteri parassitoidi.

Rodilegno giallo

Rodilegno giallo

Similmente alla specie precedente, il rodilegno giallo (Zeuzera pyrina) è un lepidottero che scava gallerie nei tessuti legnosi di diverse piante come pomacee, drupacee e altre specie fruttifere, ma anche nell’olivo e in altre piante forestali ed ornamentali. Il rodilegno giallo presenta tuttavia alcune differenze (non solo morfologiche) nei confronti di quello rosso; si tratta infatti di una specie che predilige i rami giovani e apicali, ancora poco lignificati.

Gli adulti di Zeuzera pyrina sono farfalle di dimensioni medio-grandi, con un’apertura alare di 50-70 millimetri, che presentano una colorazione di fondo biancastra sulla quale spiccano numerose macchie nerastre tondeggianti. Il torace è anch’esso di colore bianco, ricoperto di una fitta peluria, e su di esso spiccano sei macchie scure disposte in due file longitudinali. A causa di questa distintiva livrea, il rodilegno giallo è noto anche come “falena leopardo”. Le larve di questa specie presentano un caratteristico colore giallastro, e distribuiti lungo tutta la lunghezza del corpo si trovano tubercoli scuri disposti in file longitudinali regolari. La loro lunghezza a maturità è di circa 55-60 millimetri.

Il danno causato dal rodilegno giallo è causato dalle gallerie che le larve scavano nelle strutture legnose delle piante. Dal momento che questa specie predilige i tessuti vegetali giovani, il danno si manifesta maggiormente a livello dei rami e dei germogli; più raramente le gallerie vengono scavate nel fusto e nelle branche di maggior diametro. Le gallerie scavate da Zeuzera pyrina presentano un andamento spesso tortuoso, con diversi punti di uscita e di ingresso. A causa della loro attività di scavo, le piante attaccate subiscono un progressivo deperimento e disseccamento e sono più vulnerabili nei confronti delle precipitazioni intense e del vento. Non è infrequente che i rami giovani possano anche spezzarsi a causa del loro stesso peso. I fori di ingresso delle gallerie rappresentano inoltre una pericolosa via di ingresso per patogeni fungini (es. cancri e carie del legno) ed altri parassiti.

L’intervento suggerito (valido anche per l’altra specie di Rodilegno) è quello di tagliare i rami infestati; sulle piante giovani nelle quali sono evidenti infestazioni in atto si può intervenire contro le larve con un filo metallico, che va infilato dentro le gallerie cercando di “infilzarle” e quindi ucciderle. In termini di interventi biotecnici vengono suggerite trappole che attraggono gli insetti grazie ai feromoni. Se ne posiziona una ogni 30/50 metri e vanno messe entro i primi giorni di maggio; risultano utili per la cattura in massa dei maschi adulti.

La lotta chimica contro il rodilegno giallo vede l’impiego di insetticidi. Anche contro il rodilegno giallo vengono sfruttati, nella lotta di tipo biologico, i nemici naturali della specie come ad esempio alcuni nematodi.

Tarlo vespa del pioppo

Tarlo vespa del pioppo

Il tarlo-vespa del pioppo è un lepidottero (Paranthrene tabaniformis) appartenente alla famiglia degli Egeridi attacca sia il pioppo che il salice. Nonostante il nome comune, in realtà questo insetto non ha nulla a che vedere dal punto di vista tassonomico con le vespe, ma presenta solo una notevole somiglianza di aspetto.

Gli adulti di questa specie sono farfalle la cui apertura alare è di circa 25-30 millimetri; la livrea è di colore nerastro, mentre sull’addome sono presenti fasce trasversali di colore giallo e un ciuffo terminale di peli neri. La somiglianza con le vespe è una efficace strategia evolutiva di difesa nei confronti dei predatori. Le larve di questo lepidottero sono di colore biancastro; il capo è rosso-bruno e la lunghezza complessiva non supera i 30-35 millimetri.

Il danno causato dalle larve di tarlo vespa del pioppo è causato dalle gallerie scavate nel midollo del legno, soprattutto nei rami di diametro minore che possono facilmente arrivare a spezzarsi. È relativamente semplice identificare un attacco in corso da parte di questo tarlo: nel punto di ingresso della larva, infatti, i tessuti vegetali reagiscono producendo un tipico rigonfiamento. Oltre ai danni a livello strutturale, le gallerie spesso vengono attaccate da malattie fungine (cancro della corteccia e carie) in grado di minare ulteriormente le capacità produttive e di sopravvivenza della piante.

I prodotti chimici utilizzati nella lotta contro il tarlo vespa sono Azinfos-metile, Paration e Fosfamidone. La lotta biologica si avvale invece dei nemici naturali di questo lepidottero, ovvero alcuni imenotteri e ditteri. Un grande aiuto viene anche dagli uccelli, e in particolar modo dal picchio che è un ghiotto predatore delle larve di tarlo del pioppo.

Bostrichi della vite

Bostrichi della vite

A discapito del nome, i bostrichi della vite (Sinoxylon sexdentatum, S. perforans) non attaccano solo i vigneti ma anche altre piante fruttifere, l’olivo e specie di interesse forestale e ornamentale come castano, acero, noce e quercia. Le due specie di Sinoxylonsono piuttosto simili fra loro, sia per aspetto che per abitudini e ciclo vitale.

Gli adulti sono coleotteri di colore scuro e dimensioni ridotte (4-8 millimetri di lunghezza), dalla caratteristica forma cilindrica. Le larve sono invece di colore chiaro e presentano un tipico rigonfiamento nella zona addominale; sia esse che gli adulti sono xilofagi, ovvero si nutrono di tessuti legnosi scavando gallerie nei rami e nei tralci accentuando la loro azione soprattutto in corrispondenza del midollo. Sui rami colpiti si possono facilmente individuare
numerosi fori di ingresso e di uscita degli insetti, ai quali è associata una caratteristica polverina legnosa. I danni causati dai bostrichi sono prevalentemente di tipo meccanico, ma non solo: dai fori delle gallerie possono infatti entrare agenti patogeni fungini che, nella vite, possono causare gravi malattie quali apoplessia e mal dell’esca.

Combattere i bostrichi che stanno attaccando una pianta non è una pratica comune, dal momento che è complicato raggiungere gli organismi sul fondo delle gallerie da loro scavate. L’unica strategia possibile è eliminare prontamente le porzioni di pianta infestate, oppure lasciare sul terreno dei residui di potatura all’inizio della primavera. I bostrichi tenderanno a deporre le loro uova su questi residui, che verso maggio-giugno possono essere rimossi e bruciati.

Scolitidi

Scolitidi

Gli scolitidi (Scolytus spp.) sono piccoli coleotteri appartenenti al genere Scolytus, che attaccano soprattutto l’olmo ed altre specie forestali e di interesse paesaggistico. Caratteristica comune alle diverse specie di scolitidi è lo scavo di gallerie al di sotto della corteccia delle piante, fra la scorza ed il legno. Queste gallerie presentano una caratteristica disposizione a raggiera.

Gli scolitidi adulti sono di dimensioni ridotte (2-6 millimetri) e presentano un corpo di colore bruno scuro; le larve sono invece di colore biancastro. Questi coleotteri prediligono le piante già debilitate o morenti, dal momento che le loro difese organiche sono compromesse. Lo scavo delle gallerie ostacola i flussi di linfa nella pianta, mettendone a repentaglio le capacità di sopravvivenza in caso di attacchi massicci; inoltre, in corrispondenza delle perforazioni si possono insediare funghi del legno e carie. Gli scolitidi sono inoltre responsabili della trasmissione di una grave malattia fungina, la grafiosi.

Combattere gli scolitidi non è cosa semplice, dal momento che raggiungere le larve nel legno utilizzando prodotti chimici è praticamente impossibile. Si può solo intervenire con l’eliminazione delle piante infestate, ed agire in senso preventivo mantenendo gli alberi in buono stato di salute affinchè non siano soggette agli attacchi da parte degli scolitidi.

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6 Commenti

  1. roa gloria
  2. edoardo piva
  3. giuseppe
  4. Nino
  5. Elisabetta

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