L’acqua è l’unico “veicolo” che può trasportare le sostanze nutritive nella struttura della pianta ai fini di una perfetta crescita. Qualsiasi terreno, seppure buonissimo e di ottima qualità, senza acqua è un terreno senza valore.
Appurati tali concetti, l’innaffiatura delle piante riveste un’importanza notevole. Non basta solamente l’acqua piovana per veder crescere sana e rigogliosa una pianta. Non tutti sanno che l’innaffiatura segue delle regole ben precise, ossia la scelta dell’acqua, la tempistica da rispettare per la giusta irrigazione e la perfetta quantità d’acqua da somministrare. Trascurare solo uno di questi aspetti può provocare la morte delle piante.
La qualità migliore di acqua è senza dubbio quella piovana; a seguire c’è poi quella di sorgente, di fiume e di pozzo in cui è possibile trovare un “mix” di sostanze, alcune in soluzione e altre in sospensione ma non sempre propizie per lo sviluppo delle piante.
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I benefici dell’acqua piovana
L’acqua piovana è quella che più si avvicina alla purezza sciolta in quanto è molto areata, ovvero contiene più ossigeno del previsto rispetto all’aria contenuta nell’atmosfera, ma anche piccole percentuali di ammoniaca. L’ossigeno rappresenta un ottimo stimolante energetico e contribuisce a una rapida fioritura e sviluppo della pianta. L’acqua di sorgente, invece, è la stessa acqua piovana che si è infiltrata nel terreno ed è rimasta intrappolata per molto tempo.
Nel suo lungo peregrinare attraverso il suolo perde quasi totalmente la sua percentuale di ammoniaca, caricandosi di altre sostanze minerali non tanto buone per la vegetazione.In ogni caso, è un’acqua buona solo se, prima di essere utilizzata, viene esposta per qualche tempo all’aria aperta per caricarsi di particelle di ossigeno e, al tempo stesso, rilasciando parte delle sostanze minerali. Stesso discorso vale anche per le acque dei fiumi che non sono altro che una miscela di acque provenienti da quella piovana e quella dei fiumi.
La peggiore è sicuramente l’acqua di pozzo, soprattutto di quei pozzi scavati in terreni molto calcarei, in quanto risulta poco ossigenata e molto fredda. Prima di utilizzarla, è necessario farla rimanere all’aria aperta per moltissimo tempo.
Per quanto concerne la tempistica, molti agricoltori sostengono che qualsiasi ora del giorno è buona per innaffiare. In realtà, non è proprio vero: bisogna attenersi a determinate regole. Innaffiare in base a diverse ore del giorno giova di gran lunga sulla crescita delle colture. Nei periodi più caldi dell’anno, l’innaffiatura viene eseguita nelle prime ore della sera quando sia la temperatura, sia la traspirazione delle piante subiscono un graduale abbassamento. I giardini formati da numerosi vasi di piante rustiche o con un’esposizione verso ovest, invece, vengono innaffiati di mattina perché meno soggetti ad una forte evaporazione.
Modalità e tempistica per le annaffiature
Quando si presenta il clima freddo, l’innaffiatura viene eseguita sempre nelle ore mattutine. Questo perché il caldo del giorno non è così intenso per innescare una forte evaporazione e l’aggiunta dell’acqua sommata all’abbassamento della temperatura atmosferica causerebbe un brusco calo di calore. Questo discorso non vale per le piante tenute in casa, le quali godono di una temperatura costante e che, quindi, possono essere innaffiate in totale libertà, anche se sono preferibili le ore pomeridiane.
In merito alla quantità d’acqua e ogni quanto tempo somministrarla non c’è un vero e proprio regolamento. Le piante devono essere irrigate quando se ne vede il bisogno, dallo stato del terreno o dall’appassire delle foglie. Ad esempio, se la terra risulta arida avrà un colore tendente al beige e quindi necessita dell’innaffiatura.
Non tutte le piante vogliono la stessa quantità d’acqua: alcune tipologie vogliono un’irrigazione copiosa e ripetuta; altre, invece un’innaffiatura ad intervalli programmati, mentre altre ancora, quelle di piena terra ad esempio, non si annaffiano mai.