Potatura del mandorlo

Il mandorlo (Prunus amygdalus, Prunus dulcis o Amygdalus communis) è un albero originario dell’Asia, molto diffuso anche in Italia, in particolare al sud. Affinché la pianta possa rimanere vitale, produttiva e in salute è importante eseguire periodici interventi di potatura, che troverete descritti nel dettaglio in questa guida.

Quando si pota il mandorlo

Il mandorlo si pota in genere a febbraio, all’ingrossarsi delle gemme e prima che queste fioriscano.

Per decidere quando potare il mandorlo è importante tenere conto che si tratta di una pianta che fiorisce molto presto. I tagli di potatura possono stimolare una fioritura ancora più precoce, che esporrebbe i fiori a gelate tardive. Per questo non bisogna anticipare troppo.

Per non rischiare c’è anche chi decide di potare il mandorlo a fine estate.

Se impostata bene è una pianta che non occorre potare ogni anno, si può potare anche ogni due o tre anni.

Caratteristiche dell’albero

Per imparare a potare correttamente una pianta come il mandorlo bisogna conoscere le sue peculiarità, di crescita e produzione.

Il mandorlo è una pianta longeva, che lasciata libera di crescere può raggiungere altezze di circa 5-10 metri. I rami di mandorlo tendono a formare una chioma globosa.

La fioritura del mandorlo è decisamente precoce e avviene all’inizio della primavera, ancor prima che sulla pianta compaiono le foglie. I fiori sono di colore bianco o leggermente tendente al rosato, e possono fare la loro comparsa anche a cavallo tra gennaio e febbraio nelle zone caratterizzate dal clima più mite.

Potatura del mandorlo

Il frutto del mandorlo è una drupa formata da un esocarpo (la “polpa”) carnoso, che al suo interno presenta un endocarpo di consistenza legnosa che a sua volta contiene la mandorla, che rappresenta il “vero” seme.

Il mandorlo è una pianta che può sopravvivere anche in climi temperati come ad esempio quelli dell’Italia settentrionale, dove riesce ad adattarsi anche alle condizioni meno favorevoli. Si tratta però di una specie che teme fortemente le gelate, soprattutto quelle tardive.

Rami produttivi del mandorlo

Il ramo produce su rami di un anno (in particolare brindilli e dardi).

  • Brindilli: rami lunghi 15-20 cm, esili, con una gemma mista (quindi produttiva) all’apice.
  • Rami misti: rami lunghi 50-60 cm con gemme a legno lungo il ramo e una gemma mista (produttiva) all’apice.
  • Dardi (mazzetti di maggio): rami corti con una corona di gemme a fiore (produttiva) e una gemma mista centrale.

Varietà e impollinazione

Ci sono diverse varietà di mandorlo, che classifichiamo in tre gruppi principali:

  • Mandorla Sativa. presenta un seme dolce e un endocarpo (ovvero la porzione interna del frutto) duro e legnoso.
  • Mandorla Fragilis: anch’essa dal seme dolce, ma dall’endocarpo sottile.
  • Mandorla Amara: il seme presenta un caratteristico sapore amaro, dovuto alla presenza di un particolare composto chimico (glucoside) conosciuto come amigdalina.

È importante ricordare che la fecondazione dei fiori del mandorlo avviene grazie agli insetti (è detta, quindi, entomofila), ma molte cultivar di questa pianta sono autosterili.

Per questo motivo, se si vogliono ottenere frutti dal proprio mandorlo è necessario piantumare diverse varietà di questo albero da frutto, ricordando inoltre che non tutte sono compatibili tra loro. Tra le varietà autofertili troviamo ad esempio Supernova, Genco, Filippo Ceo e Tuono, mentre quelle autosterili (che richiedono impollinatori) più diffuse sono Falsa Barese, Ferragnes e Fra Giulio. Altre varietà piuttosto diffuse nel nostro Paese sono Pizza d’Avola, Jordanolo, Ferraduel, Texas e Fascionello.

Forme di allevamento

Possibili forme di allevamento del mandorlo:

  • Vaso
  • Fusetto
  • Palmetta
  • Cespuglio

In genere il mandorlo viene allevato in forme in volume. Il “vaso” è la forma di allevamento più diffusa, nella quale vengono selezionate e fatte crescere quattro o cinque branche principali che si dipartono da un tronco di altezza variabile (solitamente un metro circa).

In genere si tengono dai 4 ai 6 metri tra una pianta e l’altra.

La potatura del mandorlo, nella fase di allevamento, è abbastanza ridotta: sono pochi tagli ma molto importanti, perché imposteranno la forma definitiva dell’albero. Se correttamente eseguita, la potatura di allevamento consente di anticipare l’entrata in produzione del mandorlo.

Potatura di allevamento del mandorlo a vaso

Per allevare un mandorlo a vaso, dopo aver piantato si procede con una capitozzatura dell’astone, da fare all’altezza a cui si vuole impalcare (ad esempio a 80-100 cm da terra).

Questo stimolerà la pianta a emettere gemme da cui poi ricaveremo le branche.

La forma “a palmetta”

Questa forma di allevamento prevede uno sviluppo della chioma in due direzioni: verticale e laterale. La forma a palmetta è quella che viene adottata coltivando su filari.

Anche in questo caso si parte da un astone recidendolo a circa 80 cm dal suolo, e selezionandone solo tre branche principali (una a portamento verticale e due laterali, che verranno legate e fatte crescere lungo il filare). Tutti gli altri rami vanno potati.

Si consiglia di legare i rami ai sostegni in modo tale da direzionarne la crescita nel modo voluto.

Nel corso dell’anno successivo, la branchetta verticale verrà accorciata, selezionando altre due branche laterali vigorose in modo tale da creare il secondo livello di ramificazione. Una volta terminata la fase di allevamento, nella forma a palmetta sono presenti un fusto principale e quattro branchette laterali disposte in due file.

Mandorlo a crescita libera

Quando si intende coltivare per hobby un mandorlo nel proprio orto o giardino, la maggior parte delle persone opta per una forma libera della chioma, che ricalca quindi lo schema naturale di crescita della pianta.

Anche in questo caso è però opportuno intervenire con una potatura che nei primi periodi di vita della pianta formi un fusto alto circa 150-200 cm. Al di sopra del taglio vanno poi preservati 4 o 5 rami robusti da potare a circa 40 centimetri di lunghezza, sui quali a loro volta si formeranno altri germogli che conferiranno nel tempo alla pianta la sua forma definitiva.

Le potature successive dovranno concentrarsi sullo sfoltimento dei rami che ostacolano la penetrazione della luce e dell’aria nelle zone più interne della chioma, ed ovviamente sull’eliminazione del secco.

Regole di potatura

Ecco alcune indicazioni generali per potare il mandorlo correttamente:

  • Eliminare i succhioni
  • Eliminare rami secchi e malati
  • Sfoltire eventuali parti troppo fitte e con incroci.
  • Siccome produce sui rametti di maggio si possono fare spuntature all’occorrenza, stimolando la produzione di dardi.
  • Interveniamo con tagli di ritorno se dobbiamo accorciare rami che escono dalle misure desiderate.

Soprattutto nelle zone dell’Italia meridionale è possibile che le piante di mandorlo vengano attaccate da un coleottero, il Capnodis tenebrionis, che scava gallerie nel legno. Le parti attaccate della pianta possono essere eventualmente rimosse con la potatura.

Un consiglio finale: il mandorlo soffre la potatura e può essere soggetto a gommosi. Per questo è bene limitare i tagli di grosso diametro e disinfettarli con propoli o rame.

La potatura verde del mandorlo

Essendo una pianta che mal sopporta i tagli a legno è utile un intervento estivo di potatura verde, dove procediamo a togliere i succhioni che crescono dal dorso delle branche.

In potatura verde possiamo decidere anche di spuntare rami dove vogliamo riempire una parte della pianta.

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Articolo di Matteo Cereda

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6 Commenti

  1. Fernando
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