Potatura: aspetti tecnici

Potare una pianta non significa semplicemente armarsi di cesoie e di seghetto, e iniziare a tagliare qua e là seguendo uno schema generale che si ha in mente. È importante che ciascun taglio sia studiato e accuratamente eseguito se si vogliono raggiungere i risultati desiderati e, al tempo stesso, non arrecare un eccessivo danno alla pianta.

Aspetti tecnici della potatura

Gli aspetti tecnici dell’esecuzione della potatura

Ad esempio, uno degli errori più comuni (e dannosi) avviene quando si intende tagliare il ramo di un albero che sporge dal tronco e vi è inserito con un angolo più o meno acuto. Non bisogna mai eseguire un taglio verticale, parallelo e a filo del tronco, per rimuovere questo ramo: in questo modo infatti danneggeremmo la pianta esponendo una grande superficie di tessuti legnosi all’attacco di parassiti e agenti atmosferici. Inoltre la pianta sarebbe tenuta ad un enorme sforzo per riuscire a cicatrizzare un simile taglio. La procedura corretta consiste nel tagliare il ramo perpendicolarmente alla direzione del suo sviluppo, lasciando in questo modo la minor superficie esposta possibile.

Il punto di giunzione fra ramo e tronco, inoltre, è conosciuta con il nome di “collare” ed è una zona molto delicata della pianta, che oltretutto contiene naturali barriere chimiche che ostacolano l’ingresso dei patogeni. Per questo, la zona del collare deve essere mantenuta integra, tagliando il ramo al di sopra del suo punto di innesto nel tronco. Potando in questo modo si dà alla pianta la possibilità di rimarginare naturalmente il taglio, senza dover ricorrere ai mastici cicatrizzanti.

Principali operazioni di potatura

Quando si deve potare una pianta, le tecniche possono essere numerose e diverse tra loro, ma sostanzialmente riconducibili a quattro tipologie di base. È importante ricordare che nessuna di queste tecniche andrebbe mai applicata da sola, dal momento che i migliori risultati si ottengono attraverso la combinazione delle diverse tipologie di potatura.

Diradamento

Consiste nell’asportazione totale dei rami eseguita a livello delle loro inserzioni sul tronco, sia nella parte periferica che in quella centrale della chioma, ed è perciò definita come un “taglio corto”. In seguito a questo intervento la chioma risulta sfoltita e presenterà uno sviluppo più omogeneo ed equilibrato. Grazie al diradamento è inoltre possibile consentire il passaggio della luce e dell’aria anche nelle porzioni più interne della chioma, il che diminuisce il tasso di umidità che è il principale responsabile dell’indebolimento dei rami e degli attacchi di parassiti.

Con il diradamento si favorisce inoltre la produttività della pianta, ovvero una sua migliore fioritura e fruttificazione, a patto che questa operazione venga abbinata ad altre tecniche come la speronatura e la spuntatura.

Speronatura

Questa tecnica di potatura consiste in un accorciamento dei rami che comporta l’asportazione di parte della chioma, riducendo il numero delle gemme e consentendo la distribuzione di una maggior quantità di linfa nelle porzioni vegetative residue. Grazie alla speronatura è possibile determinare lo sviluppo dei germogli laterali, una miglior vigoria dei rami e della vegetazione in generale e il risveglio delle gemme dormienti situate in prossimità del taglio.

Spuntatura

La spuntatura, come dice il nome, consiste nell’eliminazione solo di piccole porzioni apicali dei rami ed è per questo definita come “taglio lungo”. Eseguendo questa operazione si riduce l’accrescimento della pianta, dal momento che viene eliminata la gemma apicale dei rami; la linfa quindi si ridistribuisce in modo ottimale consentendo l’irrobustimento della chioma residua e stimolando lo sviluppo delle nuove gemme laterali.

Grazie alla spuntatura è inoltre possibile riequilibrare l’accrescimento anche delle piante dalla crescita più vigorosa, mentre nel caso degli esemplari più deboli questo tipo di potatura è sconsigliato, dal momento che porta all’esaurimento della pianta.

Taglio di ritorno

Questa tecnica di potatura consiste nell’eliminazione della porzione terminale di un ramo principale poco al di sopra del punto di inserzione sullo stesso di un ramo secondario (più giovane). In questo modo l’estremità “vera” del ramo viene asportata, e la crescita in quella direzione dovrà obbligatoriamente passare per il ramo più giovane che assumerà la funzione di nuovo apice di sviluppo. Dal punto di vista pratico, il taglio di ritorno deve essere eseguito lungo quella linea che, idealmente, si ottiene prolungando la direzione di crescita del ramo di ordine inferiore.

Grazie al taglio di ritorno è possibile ridurre lo sviluppo delle piante più vigorose, consentendo al tempo stesso il migliore equilibrio della chioma con vantaggi anche dal punto di vista dell’estetica. Inoltre questa tipologia di intervento stimola positivamente la formazione e la vitalità delle nuove gemme. Un altro vantaggio legato all’esecuzione del taglio di ritorno è il fatto che, nel punto in cui si esegue la potatura, la produzione di nuovi getti da parte della pianta sarà molto scarsa o addirittura nulla. Ciò accade perché la presenza della nuova cima richiama la linfa lontano dal punto di taglio.

impara a potare

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