Rinvasare piante grasse

Anche se solitamente le piante grasse sono “etichettate” come specie rustiche e che necessitano di poche attenzioni, la realtà è ben diversa. Se questa affermazione può essere vera per le succulente piantate in piena terra o in grandi vasche, quelle in vaso necessitano invece di periodici rinvasi. Scopriamo in questa guida i periodi migliori per rinvasare le piante grasse, i materiali giusti da utilizzare e gli accorgimenti da osservare prima, dopo e durante questa indispensabile operazione.

Rinvaso piante grasse

Le piante grasse, o succulente, sono di solito caratterizzate da una crescita abbastanza lenta pertanto il rinvaso non è un’operazione che si rende necessario compiere con eccessiva frequenza. Anche se non strettamente indispensabile, si consiglia comunque di rinvasarle ogni due anni. Rinvasare una pianta significa infatti ripristinare le condizioni ottimali del substrato, dare uno stimolo alla crescita ed eventualmente eliminare alcuni parassiti come la cocciniglia.

Da sottoporre al rinvaso non sono solo le piante che si possiedono da anni, ma anche quelle acquistate di recente. Di solito, infatti, le piantine provenienti dai vivai (o dal supermercato!) sono collocate per motivi di spazio all’interno di striminziti vasetti in plastica che non rappresentano certo una sistemazione ideale per la loro futura crescita.

Rinvasare piante grasse

Solitamente i mesi più indicati per il rinvaso sono quelli che vanno dalla fine dell’inverno all’inizio della primavera: infatti in questo periodo le piante si trovano in uno stato di riposo e non hanno ancora emesso le nuove radici. Febbraio/marzo può essere un buon periodo, ma le piante più tardive si possono rinvasare anche in aprile/maggio; se si conoscono le “abitudini” delle nostre piante, si consiglia di rinvasarle almeno un paio di mesi prima della loro fioritura. Assolutamente da evitare sono i rinvasi in concomitanza con lo schiudersi dei fiori.

Se osservassimo alcune radici spuntare dai fori di drenaggio del vaso, non bisogna attendere oltre: questo è infatti un chiaro segnale che la pianta è in sofferenza per via degli spazi limitati, e ha bisogno di un rinvaso.

Rinvasare piante grasse: come si fa

L’operazione di rinvasare piante grasse richiede cura ed attenzione, dal momento le radici sono molto delicate. Prima di procedere, ovviamente, bisogna dotarsi del materiale necessario: il nuovo vaso e il terriccio, da scegliere secondo alcuni particolari criteri.

Criteri per la scelta del vaso

Il vaso da utilizzare per rinvasare piante grasse deve essere commisurato alle dimensioni della pianta e alle sue potenzialità di sviluppo. Alcune specie di succulente, inoltre, presentano un apparato radicale sottile e fitto che si sviluppa in tutte le direzioni (fibroso), mentre altre sono caratterizzate dalla presenza di una o più grosse radici che si sviluppano verticalmente, in profondità (fascicolari). Nel primo caso si può utilizzare un comune vaso, dal momento che l’apparato radicale si adatterà alla forma del contenitore, mentre nel secondo bisogna dotarsi di un vaso piuttosto alto e profondo (non necessariamente largo) per consentire alla pianta di esprimere al massimo le sue potenzialità di crescita. Per evitare che le radici siano vittime del ristagno di acqua, a prescindere dalla tipologia apparato radicale è sempre consigliabile utilizzare un vaso alto che consenta un buon drenaggio.

Una volta decisa la forma di vaso per la nostra pianta grassa, bisogna scegliere il materiale più adatto. Solitamente la scelta ricade su due tipologie principali: i vasi in terracotta e quelli in plastica. Entrambi presentano i loro pro e contro. I vasi di coccio permettono una migliore traspirazione del terreno, che tende ad asciugarsi prima allontanando perciò il rischio di ristagni di acqua. Questi vasi però sono difficili da tenere puliti esternamente per via della loro porosità e questa caratteristica, talvolta, fa sì che le radici delle piante vi aderiscano. Di conseguenza, in occasione del rinvaso, esse si possono strappare.

I vasi in plastica non sono certo traspiranti come quelli in coccio, ed anzi il problema dell’eccessiva umidità del terreno (molto dannosa per le piante grasse) è un aspetto da tenere sempre in considerazione. Tuttavia, i vasi in plastica sono più facili da tenere puliti e si oppongono meno all’estrazione (precedente al rinvaso) del panetto di terra che contiene le radici. Da non trascurare, inoltre, sono aspetti pratici quali la facilità di reperimento dei vasi in plastica, la loro resistenza agli urti ed il costo decisamente più contenuto.

Le dimensioni consigliate per il nuovo vaso sono solitamente di due o tre centimetri di diametro in più rispetto al contenitore precedente. Vasi troppo piccoli non servono a nulla, e contenitori troppo grandi sono inutili dal momento che la pianta non è in grado di sfruttarli. È possibile utilizzare vasi precedentemente utilizzati per altre piante, a patto che questi siano stati disinfettati con cura per evitare la trasmissione di malattie.

Avendo spazio sufficiente a disposizione, la soluzione migliore per trapiantare i nostri cactus è senza dubbio una capiente cassetta di cemento o legno, nella quale le radici possono svilupparsi liberamente. Le dimensioni ideali sono almeno di 40×25 centimetri, con una profondità di 10-15 cm.

Terriccio da impiegare per rinvasare piante grasse

Se si tratta del primo rinvaso di una determinata pianta grassa, in occasione del suo acquisto, la prima cosa che si consiglia di fare è rimuovere quanta più torba possibile dal panetto di terra. Questo materiale è infatti largamente utilizzato nei vivai per via della sua economicità e reperibilità, ma si tratta di un substrato che non ha nulla a che vedere con le esigenze delle piante grasse. In effetti, essendo le succulente di origine tropicale, viene da chiedersi: chissà quanta torba c’è nei deserti dell’America centrale…? Risposta: zero. La torba è infatti un substrato tipico dei climi freddi e delle zone umide temperate.

Ogni pianta grassa ha le sue esigenze specifiche in termini di terreno, ma un buon compromesso è rappresentato dall’utilizzo di una miscela di materiale inerte al 55-60% (es. argilla espansa, sassolini, pomice, sabbia grossolana…) e di terriccio (40-45%). Attenzione: se si sceglie la sabbia, bisogna utilizzare preferibilmente quella di fiume, dal momento che la sabbia di mare potrebbe contenere residui di sodio tossici per la pianta. La presenza di una così alta percentuale di inerti ha un doppio scopo: migliorare l’aerazione del terreno e garantire il drenaggio ottimale del substrato, evitando perciò i ristagni idrici. In alternativa è possibile utilizzare del terriccio specifico per piante grasse, facilmente reperibile in commercio.

Si consiglia infine di ricoprire lo strato superficiale di terriccio con argilla espansa o lapillo che, oltre a dare un aspetto ordinato al vaso, impediranno alla terra di creare schizzi durante le innaffiature.

Rinvaso vero e proprio

Dal momento che rinvasare piante grasse è un’operazione che sporca molto, si consiglia di ricoprire il pavimento con un vecchio lenzuolo o dei giornali vecchi. Prima di estrarre una pianta grassa dal suo vecchio contenitore è necessario avvolgerla con dei fogli di giornale e, visto che le precauzioni non sono mai troppe, anche indossare degli spessi guanti. Chi conosce le piante grasse sa bene, infatti, quanto siano dolorose le punture e quanto difficile sia estrarre gli aghi più piccoli dalla pelle.

Il contenitore va capovolto e picchiettato leggermente sul fondo e sui bordi con il palmo delle mani o un oggetto duro. Può accadere che il panetto di terra non ne voglia proprio sapere di uscire dal contenitore, e in questo caso non bisogna assolutamente fare forza sulla pianta dal momento che sarebbe facile danneggiarne l’apparato radicale. Casi estremi, estremi rimedi: i vasi in plastica si devono aprire con una taglierina o delle robuste cesoie, mentre quelli in terracotta vanno spaccati con un martello.

Il nuovo vaso deve presentare dei fori per il drenaggio; se non ci fossero, è bene crearli con un punteruolo. Il fondo essere ricoperto di uno strato di materiale drenante (lapillo vulcanico, argilla espansa, sabbia grossolana…) per consentire l’allontanamento dell’acqua in eccesso. Su questo strato va collocato del terriccio per piante grasse, sul quale appoggiare il panetto di terra e radici. Infine si colmano le zone laterali con altro terriccio. Una volta riempito il nuovo vaso, il terriccio non va pressato con le dita ma semplicemente “assestato” dando dei leggeri colpi al contenitore sul pavimento.

Nel caso collocassimo più piante grasse all’interno dello stesso contenitore (per esempio, una cassetta), fra l’una e l’altra vanno lasciati circa 10-15 centimetri di distanza per evitare il “sovraffollamento”. Naturalmente sulla base delle dimensioni delle piante questa distanza deve essere in proporzione aumentata o diminuita.

Cure “post-rinvaso”

A distanza di almeno tre o quattro giorni è possibile innaffiare, utilizzando piccole quantità di acqua; se la pianta mostrasse segni di carenza idrica si può anche anticipare la prima annaffiatura. Insieme a questa, per alcune piante è consigliabile anche una leggera nebulizzazione. Il motivo per cui è bene aspettare ad innaffiare è per stimolare le piantine alla ricerca di acqua, e rinforzare così il loro apparato radicale.

Dal momento che il terriccio utilizzato per il rinvaso è già ricco di elementi nutritivi non è necessario concimare la pianta, almeno nei primi periodi. Se lo si desidera è possibile utilizzare fertilizzanti specifici per le piante grasse, acquistabili presso i garden center e i negozi specializzati in bricolage e giardinaggio.

Tagliare o non tagliare le radici?

Durante l’operazione di rinvasare le piante grasse alcuni consigliano di frammentare la zolla che contiene le radici, riducendone il volume ed eliminando le porzioni disseccate o malate. Che sia un bene oppure no compiere tale operazione, non è ben chiaro: le opinioni in merito sono discordanti, e oltretutto si tratta di uno sfoltimento che ad alcune piante può giovare, ma che può rivelarsi dannoso per altre.

Nel caso decidessimo di asportare parte dell’apparato radicale, prima di rinvasare la pianta bisogna aspettare qualche giorno. È infatti indispensabile che le radici nude, appena tagliate, rimangano esposte all’aria in modo tale da poter cicatrizzare. Assolutamente dannoso sarebbe, al contrario, mettere le “ferite” a diretto contatto con il terreno e, ancor peggio, esporle all’umidità che le farebbe marcire in breve tempo.

Per saperne di più su come rinvasare piante grasse

Siti internet

Di seguito sono riportati alcuni link utili nei quali trovare informazioni e immagini relative al rinvasare piante grasse.

  • MondoSpinoso.it – Rinvaso
  • Stranepiante – Rinvasare piante grasse
  • Giardinaggio.net – Rinvasare piante grasse – http://www.giardinaggio.net/giardino/piante-grasse/rinvaso-piante-grasse.asp
  • Giardinaggio.it – Piante grasse, l’Esperto risponde – http://www.giardinaggio.it/piante-grasse/piante-grasse.asp

Video su come rinvasare piante grasse

  • Giardinaggio.it – Rinvasare piante grasse – http://www.youtube.com/watch?v=XxwFyN4Fr7Q
  • Cactus, come si cura senza pungersi? Consigli di giardinaggio – Giardinieri in affitto – http://www.youtube.com/watch?v=r3QX6MHMOrU
  • Giardinaggio.it – Preparare il terriccio per una pianta grassa – http://www.youtube.com/watch?v=9wGbcTpTtU4
video corso sull'orto biologico

7 Commenti

  1. Chiara Rossi
  2. anny
  3. anny
  4. arturo
  5. Raimondo
  6. victor besek
  7. victor besek

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.