Coltivazione idroponica

La coltivazione idroponica prevede l’immersione dell’apparato radicale delle piante nell’acqua, anziché nella terra. Questa tecnica permette un risparmio di notevoli quantità di acqua e fertilizzanti, riduce notevolmente le malattie per le piante e può essere condotta tutto l’anno senza il vincolo della stagionalità. In questa guida scopriremo i numerosissimi vantaggi, le tecniche e qualche suggerimento utile per effettuare la coltivazione idroponica in modo efficiente e produttivo.

Come si fa una coltivazione idroponica

La coltivazione idroponica, conosciuta talvolta anche come “idrocoltura”, è una particolare metodologia di coltivazione che consiste nel far crescere le piante in assenza di suolo, ma utilizzando in sua vece una soluzione di acqua e nutrienti. Questi nutrienti, per la maggior parte inorganici (ma talvolta anche organici), corrispondono a quegli elementi che la pianta naturalmente estrae dal terreno come ad esempio composti azotati, fosforo, potassio e microelementi.

Talvolta le radici delle piante non sono libere nell’acqua ma affondano in un substrato inerte, costituito ad esempio da lana di roccia, sabbia, pomice, ghiaia, fibra di cocco, argille (zeolite, vermiculite o perlite) o argilla espansa.

L’aggettivo “idroponico” deriva dai termini greci ídor e pónos, che significano rispettivamente “acqua” e “lavoro”. Le colture idroponiche sono una “invenzione” piuttosto recente, dal momento che solo nel diciottesimo secolo si scoprì che le piante assorbono i nutrienti necessari per il loro sviluppo sotto forma di ioni inorganici disciolti nell’acqua.

Il terreno in sé, infatti, svolge esclusivamente la funzione di riserva di nutrienti minerali e supporto fisico, e non è indispensabile per le piante se queste due funzioni vengono svolte da altri substrati di crescita. Praticamente tutte le piante terrestri possono essere fatte crescere con l’idrocoltura, seppur con i dovuti accorgimenti.

Coltivazione idroponica

Vantaggi della coltivazione idroponica

La coltivazione idroponica presenta numerosi aspetti positivi, e per questo è utilizzata a livello globale soprattutto per la produzione di cibo, ma anche per diverse colture ornamentali: si tratta, a tutti gli effetti, di una branca riconosciuta dell’agronomia. I vantaggi dell’idrocoltura sono principalmente rappresentati da:

  • non è necessario l’utilizzo di terreno, perciò la coltivazione idroponica può essere attuata anche in zone sfavorevoli dal punto di vista climatico o pedologico;
  • la somministrazione di nutrienti avviene in maniera controllata, perciò non si verificano gli sprechi legati allo spandimento di fertilizzanti sul suolo, dove alcuni possono essere dilavati dalle piogge o resi non disponibili da reazioni chimiche. Questo si traduce anche nell’assenza di inquinamento per l’ambiente e per le falde. Analogamente, non si verificano le carenze talvolta associate alle colture in terra, dove alcuni nutrienti possono essere presenti in quantità limitate;
  • poiché l’acqua può essere riutilizzata all’interno del sistema, sono minori i fabbisogni idrici per le colture. In alcuni casi si arriva anche a risparmiare il 70-80% di acqua. Questo permette di coltivare anche in zone particolarmente aride, e di economizzare sui costi per l’irrigazione;
  • sono minori gli attacchi da parte di parassiti, virus e patogeni che normalmente vivono nel terreno; in caso di malattia, è più semplice intervenire con i trattamenti fitosanitari;
  • la presenza di erbe infestanti è praticamente tendente allo zero, e questo evita l’utilizzo di diserbanti;
  • le rese sono elevate e stabili, e possono essere da 2 a 8 volte maggiori rispetto alla crescita in terra;
  • la coltivazione può essere condotta tutto l’anno perché in condizioni controllate, quindi si libera dalle esigenze stagionali delle specie.

Fra gli svantaggi della coltivazione idroponica possiamo innanzitutto citare la fragilità del sistema. Poiché le piante non affondano le loro radici nel terreno, ma dipendono completamente dal sostentamento artificiale, qualsiasi problema tecnico al sistema può portare ad una rapida morte delle colture. L’elevato livello di umidità associato alle idrocolture, inoltre, favorisce lo sviluppo di malattie fungine come ad esempio la verticillosi.

Tracciando un sommario bilancio, comunque, la coltivazione idroponica presenta più vantaggi che svantaggi, soprattutto se paragonata a quella in terra. Un limite di questo metodo è tuttavia rappresentato dall’estensione, che non potrà mai essere eccessiva a causa degli evidenti limiti strutturali del sistema.

Piante da coltivare con l’idrocoltura

Generalmente le piante destinate alla coltivazione idroponica sono ottenute mediante la germinazione da seme o il taleaggio.

Nel caso della germinazione da seme si utilizzano cubi di lana di roccia ben inumiditi con acqua e possibilmente arricchiti con della soluzione radicante, ovvero un apposito prodotto che stimola la crescita delle radici. I semi vanno inseriti negli appositi fori situati sulla parte superiore dei cubi, e leggermente ricoperti di lana di roccia.

Normalmente, se le temperature vengono costantemente mantenute intorno ai 25°, la germinazione avviene entro pochi giorni. Per stimolarla, l’ideale è collocare i cubi sotto a luci artificiali. Una volta che la germinazione è avvenuta e le piantine hanno iniziato ad affondare le proprie radici nella lana di roccia, è possibile rimuoverle dal cubo e posizionarle all’interno del sistema idroponico.

Se invece si possiedono piante adulte con qualità apprezzabili, come ad esempio la tipologia e la dimensione dei frutti o dei fiori, queste possono essere moltiplicate mediante la tecnica del taleaggio. È importante che la pianta madre sia rigogliosa e priva di qualsiasi malattia, e da essa vanno tagliati rametti di 5-10 centimetri di lunghezza prelevati da porzioni ancora non lignificate (uno o due anni massimo di età).

Queste talee vanno prelevate utilizzando cesoie o forbici da giardinaggio ben affilate e disinfettate, per consentire un taglio netto e sterile. È preferibile attuare un taglio diagonale, per esporre una maggior superficie dei tessuti alla soluzione di acqua e ormoni radicanti che stimolano la produzione di radici. Le talee vanno inserite in posizione verticale in un cubo di lana di roccia imbevuto di questa soluzione, e mantenute a temperature di 22-25°C. Per stimolare la crescita delle giovani piantine si consiglia l’utilizzo di lampade al neon o a fluorescenza; una volta emesse le radici, questi esemplari possono essere collocati nel sistema idroponico.

Approfondire la coltivazione idroponica

Tecniche di coltivazione idroponica La nostra guida alle tecniche specifiche per l’idrocoltura.

Libri

  • Titolo: Elementi tecnici per la coltivazione idroponica in floricoltura
    Curatore: E. Farina
    Editore: Ace International
    Anno: 2002
    Lunghezza: 176 pagine
  • Titolo: I sistemi di allevamento in vaso con subirrigazione a ciclo chiuso
    Autori: Rita Cianfarra, Angelo Garibaldi, Pietro Santamaria
    Editore: Aracne
    Anno: 2007
    Lunghezza: 132 pagine
  • Titolo: Più gioia dai fiori con l’idrocoltura
    Autore: Margot Schubert
    Tradotto da: A. Pesante
    Editore: Edagricole
    Lunghezza: 160 pagine
  • Titolo: Le piante in casa con l’idrocoltura
    Collana: Orto, frutteto, giardino
    Autore: Giorgio Bonfante
    Editore: Giunti Demetra
    Anno: 1988
    Lunghezza: 66 pagine
video corso sull'orto biologico

3 Commenti

  1. Coltivazione Indoor
  2. Greengo
  3. Antonio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.