Azienda biologica

In che modo un’azienda può essere definita biologica rispetto ad un’altra che invece non lo è? I requisiti e le certificazioni che riconoscono un’azienda biologica sono di vario tipo proprio per dare maggiori garanzie e sicurezza al consumatore che, leggendo anche le etichette dei prodotti, può conoscere la filiera produttiva.

Azienda biologica

Come diventare un’azienda biologica

Gli elenchi regionali degli operatori biologici sono suddivisi in tre sezioni:

-produttori agricoli (aziende biologiche, aziende miste, aziende in conversione);

-preparatori (imprese che usano prodotti derivati da aziende biologiche);

-raccoglitori dei prodotti spontanei.

Per azienda biologica si può intendere infatti sia l’azienda agricola che si dedica alla coltivazione e produzione delle materie prime, sia alle aziende che nella filiera produttiva costituiscono l’anello successivo per quanto riguarda la trasformazione delle materie prime in alcuni prodotti come, per esempio, pasta, confetture, biscotti, latte…

Le aziende agricole, le aziende agro-zootecniche e le aziende di trasformazione e lavorazione del prodotto biologico devono rispettare tutte le norme riportate nel regolamento comunitario Reg. Cee 2092/91 e devono sottoporsi per legge al controllo di un organismo o ente autorizzato dal Ministero delle politiche agricole e forestali.

Se quindi dopo aver attentamente valutato se il biologico rappresenta una reale opportunità di lavoro e anche, perché no, una scelta di vita, sarà necessario, dopo aver ottenuto i vari permessi, conseguire il riconoscimento come “azienda biologica in conversione” e dopo il periodo cosiddetto di conversione, essere riconosciuti a tutti gli effetti come “azienda biologica”.

Azienda agricola biologica

Nel caso di un’azienda agricola, il proprietario che intende dedicarsi anche alla coltivazione biologica, può optare anche per destinare solo una parte del suo terreno a tale attività. Innanzitutto è necessaria la riconversione del terreno, ovvero un terreno deve essere adeguatamente preparato per poter poi essere utilizzato per colture biologiche e i tempi per tale riconversione possono essere anche abbastanza lunghi: nel caso della semina 2 anni e per il raccolto anche 3 anni.

A livello burocratico sono necessari vari tipi di adempimenti e richieste tra cui:

-iscrizione dell’imprenditore al registro delle imprese nella sezione apposita;

-comunicazione di inizio attività;

-apertura partita iva;

-apertura posizione previdenziale presso l’Inps;

-rivolgersi al Comune del territorio competente per la verifica e l’accertamento di tutti i requisiti richiesti dal regolamento comunale e regionale.

Una volta che si è ottenuta la visura camerale ci si può informare anche sulla possibilità di richiedere finanziamenti riservati al settore biologico o sull’apertura di alcuni tipi di conti correnti agevolati per la nuova attività.

Rispetto a un’azienda agricola tradizionale, un’azienda agricola biologica deve inoltre considerare alcuni aspetti tipici della lavorazione di prodotti come:

-coltivare prodotti di stagione;

-minore quantità produttiva rispetto alla grande distribuzione dell’agricoltura di tipo tradizionale;

-maggiori costi di produzione. 

Azienda biologica: ispezioni

Le ispezioni sono un aspetto fondamentale affinché si possano riconoscere i requisiti che un’azienda deve possedere per essere definita biologica. Tali ispezioni avvengono su ogni anello dell’intera filiera produttiva dalla produzione delle materie prime fine alla lavorazione e confezionamento del prodotto finale.

Le indagini sono svolte da organismi e autorità che devono essere accreditati dall’Unione europea e sono sottoposti a sua volta alla supervisione delle autorità di competenza degli Stati membri.

Codice di identificazione

Sull’etichetta del prodotto biologico deve essere presente un codice di identificazione dell’autorità di controllo o dell’organismo che ha ispezionato e riconosciuto i requisiti dell’azienda biologica.

Ecco come è composto un codice di identificazione:

IT BIO 123

IT: codice Iso della nazione in cui si svolge il controllo;

BIO: è una sigla che fa riferimento al tipo di lavorazione biologica (a seconda dei Paesi si può trovare anche eko oppure org);

123: codice specifico dell’organismo di controllo (che varia in base all’organismo di controllo che ha svolto le ispezioni).

La presenza di questo codice di identificazione rappresenta una garanzia per il consumatore che in questo modo ha la prova che il prodotto che sceglie di acquistare è stato sottoposto all’ispezione da parte dell’autorità di controllo od organismo competente che dichiarano che tale alimento è stato coltivato e successivamente trasformato nel rispetto della regolamentazione della produzione biologica.

Riferimento per l’approfondimento

Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali

www.politicheagricole.it

Sito isittuzionale dove reperire e consultare i documenti e le normative in merito all’apertura e gestione di un’azienda agricola biologica.

Coldiretti

www.coldiretti.it/organismi/inipa/area%20formazione/cd%20probio/files/03_normativa.htm

Link al sito della Coldiretti dove trovare informazioni utili riguardo alla normativa e al sistema di certificazione biologico.

Federbio

www.federbio.it

Sito della Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica con informazioni sulle attività e i progetti promossi da Federbio e dove è possibile consultare le banche nati sulla normativa del settore biologico.

Bioagricert

www.bioagricert.org

Organismo di certificazione nel cui sito si trovano vari tipi di informazioni sulle aziende bio certificate e sulle normative del settore biologico.

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