Concimare il pero

Il pero, al pari degli altri alberi da frutto, spesso viene coltivato in pieno campo senza prestare particolare attenzione alla concimazione; eppure, questa pratica è indispensabile se si desidera che la pianta cresca rigogliosa e sia produttiva. Scopriamo quindi come concimare il pero, e quali periodi sono consigliati per ottenere i migliori risultati.

Concimare il pero

Per concimare il pero bisogna conoscere le sue esigenze

Il pero è una specie arborea che per la sua crescita richiede numerosi elementi nutritivi; molti di essi come ad esempio i microelementi, di cui la pianta richiede solo piccolissime quantità (ferro, selenio, zolfo, boro…), sono presenti normalmente nel terreno in concentrazioni più che sufficienti per garantire i giusti apporti anche in assenza di concimazioni: perciò, non è necessario concimare il perocon questi elementi.

Al contrario, per quanto riguarda i nutrienti di cui il pero ha maggiormente bisogno ovvero i macroelementi – ovvero azoto, fosforo e potassio – può essere necessario concimare il pero per far assicurarne l’ottimale sviluppo vegetativo e una produzione abbondante e di qualità elevata.

La strategia migliore per essere certi che alle proprie piante da frutto non manchi nulla è effettuare un’analisi chimica del terreno, per accertarsi dei nutrienti disponibili e di quelli da apportare; di seguito troverete poi alcune indicazioni utili per una concimazione corretta.

L’azoto, un componente fondamentale

L’azoto in termini quantitativi è il macroelemento di cui il pero, e del resto qualsiasi altra pianta, presenta i maggiori fabbisogni. È proprio grazie ad esso, infatti, che la pianta può accrescere le sue strutture vegetative quali foglie, rami e fusto: pertanto concimare il pero con adeguate dosi di azoto è fondamentale.

È al risveglio vegetativo che la pianta presenta in assoluto i maggiori fabbisogni di azoto, pertanto è cruciale intervenire per tempo. Per farlo si può optare per due strategie: distribuire sul terreno un concime azotato (ammoniacale o ureico) a lento rilascio in autunno, oppure intervenire direttamente in primavera con la somministrazione di azoto nitrico.

Quest’ultima forma di azoto è prontamente assorbibile dalle radici, ma anche facilmente dilavabile dalle precipitazioni: ecco perché quando si decide di concimare il pero in questo modo bisogna accertarsi che il periodo non sia piovoso. Terminata la fioritura, però, stop alle concimazioni azotate poiché “spingono” troppo l’accrescimento delle foglie a scapito della formazione e dello sviluppo dei frutti.

Concimare il pero con fosforo e potassio

Normalmente il fosforo è presente in quantità adeguate nel terreno, pertanto non è necessario concimare il pero in modo specifico con questo macroelemento; per stare tranquilli, bisogna ricordare che più che sufficienti sono gli apporti che derivano dalla distribuzione annuale di un concime organico (es. letame).

Anche per quanto riguarda il potassio il pero non presenta fabbisogni particolarmente elevati, tuttavia l’elemento risulta indispensabile per la qualità dei frutti poiché va ad influenzarne le dimensioni ed il contenuto in zuccheri. Il potassio inoltre accresce la resistenza della pianta nei confronti delle condizioni climatiche difficili come ad esempio le gelate e i periodi siccitosi. Attenzione, però, a non esagerare con questo tipo di concimazione poiché in caso di eccesso nel terreno la pianta può andare incontro a carenze di magnesio e calcio.

Per evitare problematiche di questo tipo, anche nel caso del potassio è bene concimare il pero con concimi organici che forniscono un giusto apporto di nutrienti e arricchiscono al tempo stesso il terreno di preziosa sostanza organica.

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