Biodiversità agricola

Secondo la Fao oggi circa il 75% delle varietà delle colture agrarie sono scomparse e l’alimentazione nel mondo si basa soltanto su 5 specie animali e 7 vegetali, benché in natura ne esitano almeno 30.000. La biodiversità agricola è in pericolo e va salvaguardata come uno dei patrimoni più importanti per l’uomo.

Cosa significa biodiversità agricola

La biodiversità costituisce l’insieme di tutte le forme viventi che sono geneticamente differenti tra loro e gli ecosistemi in cui essi vivono e si relazionano. Il valore della biodiversità è molto importate in agricoltura: la coltivazione di varietà di specie vegetali diversificate a seconda dell’ambiente e delle condizioni climatiche del territorio fa sì che ogni specie sia unica e adatta a un particolare ecosistema.

Ogni elemento vivente è in stretta correlazione con il resto dell’ecosistema e nel momento in cui una specie interagisce con nuove specie, o addirittura scompare, a risentirne sarà quindi tutto l’ecosistema.

biodiversità agricola

La biodiversità è presente anche nei luoghi quotidiani come, ad esempio, un campo arato e coltivato oppure addirittura anche sulla tavola dei consumatori si può apprezzare la biodiversità nei cibi e prodotti che si consumano ogni giorno.

La normativa vigente si pone come obiettivo quello di tutelare la biodiversità, intesa come un grande patrimonio per tutta l’umanità. Ogni varietà si adatta a uno specifico territorio con determinate caratteristiche ambientali e climatiche, pertanto una varietà non può ad esempio essere presente in ogni tipo di area geografica, ma cresce spontaneamente solo in determinate condizioni climatiche e ambientali. Ecco allora che ogni territorio ha una propria e unica ricchezza che ne sottolinea la specifica identità.

Biodiversità alimentare

La perdita di biodiversità in agricoltura si traduce in una minor biodiversità alimentare sulle nostre tavole.

Non sono solamente fauna e flora selvatiche ad essere minacciate di estinzione: secondo le stime della FAO, tre varietà di piante commestibili su quattro oggi non esistono più sul pianeta. Il 60% dell’alimentazione mondiale è basata su tre soli vegetali, ovvero riso, mais e frumento, dei quali un tempo esistevano centinaia, forse migliaia di varietà selezionate dall’uomo per la loro adattabilità alle diverse condizioni pedoclimatiche. Oggi, la stragrande maggioranza di questi cereali è rappresentata da ibridi i cui brevetti sono detenuti dalle multinazionali: tutto il contrario, insomma, della biodiversità alimentare che c’era una volta.

Questo ha risvolti importanti in termini di salute.

Pericoli per la biodiversità

La biodiversità agricola è una valore che va tutelato anche per salvaguardare il futuro dell’umanità. Secondo dati statistici nel 2050 il pianeta potrebbe essere popolato da ben 9 miliardi di persone e questo sicuramente per tutto l’ecosistema e per le risorse alimentari rappresenta un rischio.

Allo stesso tempo i grandi cambiamenti climatici in atto, la deforestazione, la diffusione delle monocolture, l’incentivazione alla produzione dei biocarburanti, la distruzione degli habitat, l’uso inappropriato o eccessivo di nuove tecnologie e l’urbanizzazione costituiscono una grave minaccia per la biodiversità agricola e sono ulteriori moniti per l’utilizzo sostenibile delle ricchezze della Terra.

Secondo quanto riportato nel “Rapporto biodiversità agricola” della Fao si prevede che entro il 2055 dal 16 al 22% di alcune varietà selvatiche sono a rischio di estinzione a causa dei cambiamenti climatici. Da alcuni dati della Fao emerge inoltre che si sono estinte circa il 75% delle varietà delle colture agrarie e l’alimentazione a livello mondiale dipende più che altro da 5 specie animali e 12 specie vegetali. Quindi delle 30.000 specie che sono commestibili e presenti in natura, la dieta si basa appena su circa 30 colture alimentari e il grano, il mais il riso e le patate costituiscono il 50% delle risorse energetiche.

Il 70% dei Paesi industrializzati importa il cibo e in Italia, a causa dell’intensificazione di alcune colture, oltre 1.500 varietà di frutta e verdura sono a grave rischio di estinzione.

Per proteggere le differenti varietà genetiche delle colture alimentari, nel mondo sta crescendo il numero delle cosiddette banche genetiche. A livello mondiale ci sono infatti circa 1.750 banche di geni con circa 7,4 milioni di campioni e in Norvegia nel 2008 è stata aperta la più grande banca fitogenetica detta Global Seed Vault in cui si trovano duplicati di varietà uniche di alcune delle colture più importanti.

Biodiversità agricola e Ogm

In che modo gli Ogm possono interferire con la biodiversità agricola? Negli ultimi decenni l’uomo ha prodotto nuove varietà grazie all’utilizzo dell’ingegneria genetica per potenziare la resistenza delle piante stesse e così incrementare il raccolto finale e disporre di uno stesso prodotto in ogni parte del mondo.

Dalla fine degli anni Ottanta si è registrato un continuo incremento mondiale della produzione delle colture Ogm e della commercializzazione di prodotti biotecnologici il cui Dna è stato geneticamente modificato ad opera dell’uomo per ottenere varietà più forti e resistenti all’attacco di insetti, agli erbicidi e per garantire così una maggiore produzione, senza poi considerare che le monocolture hanno diminuito ancor più la diversificazione delle colture.

In questo modo le colture trasformate geneticamente avranno per così dire le stesse reazioni e capacità di adattamento alle malattie e alle diverse condizioni climatiche, creando un tipo di coltura e prodotti da essi derivati uguali in ogni parte del mondo, senza più tener conto dei naturali rapporti ed equilibri all’interno dell’ecosistema.

Libri sulla biodiversità agricola

  • Marcello Buiatti, “La biodiversità. Senza la varietà delle forme viventi la vita scompare”, il Mulino.
  • Renato Massa, “Il secolo della biodiversità”, Jaka Book.
  • Davide Ciccarese, “Il libro nero dell’agricoltura”, Ponte alle Grazie.
  • Catherine Stern, “La Biodiversità a piccoli passi”, Motta Junior (libro per bambini a partire da 7 anni).
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