Pisello odoroso: coltivazione e cura

Il pisello odoroso è una splendida pianta rampicante che regala fioriture colorate e dal profumo inconfondibile, dolce e gradevolissimo. La coltivazione e la cura di questa specie fiorita non è eccessivamente complicata, anche se la pianta ha bisogno di qualche attenzione in più rispetto ad altre specie. In questa guida scopriremo le caratteristiche davvero uniche del pisello odoroso e tutto quel che c’è da sapere per trasformare un angolo di giardino in un piccolo paradiso di profumi e colori.

La pianta nota come pisello odoroso è conosciuta in botanica con il nome scientifico Lathyrus odoratus, ed appartiene alla famiglia delle Fabaceae che, per intenderci, è la medesima dei legumi. Questa pianta fiorita proviene delle aree costiere del Mediterraneo orientale, con un areale di distribuzione originario che si estende dalla Sicilia sino alla Turchia.

Identikit del pisello odoroso

Il pisello odoroso è una pianta rampicante che può raggiungere altezze anche di un paio di metri, se trova le condizioni idonee per la sua crescita. Possiede foglie di colore verde chiaro e dalla forma pinnata, ciascuna con due lobi e munita di un cirro terminale che possiede la capacità di attorcigliarsi intorno a strutture artificiali o altre piante, e che consente al pisello odoroso di svilupparsi in altezza.

In natura fiori di questa pianta sono di un bel colore viola e presentano un diametro di pochi (2-3.5 centimetri), mentre le varietà selezionate e presenti in commercio di pisello odoroso presentano fiori più grandi e con un’ampia gamma di colori: non solo viola ma anche rosa, crema, bianco, rosso e arancio, solo per citarne alcuni. Questi fiori presentano una caratteristica forma “a farfalla”, e sono portati sulla pianta riuniti in grappoli appariscenti. I colori brillanti del pisello odoroso ed il suo profumo gradevolissimo rendono questa specie particolarmente apprezzata dagli appassionati di giardinaggio.

Pisello odoroso: coltivazione e cura

La storia recente della selezione del pisello odoroso inizia nel diciannovesimo secolo quando l’orticoltore e vivaista scozzese Henry Eckford partì da esemplari selvatici – tutto sommato insignificanti – per dare origine al profumatissimo pisello odoroso che oggigiorno popola parchi e giardini. Questo coltivatore appassionato era attivo nella città di Wem, nella contea inglese dello Shropshire, che ancora oggi onora il suo illustre cittadino con una società che raccoglie appassionati del pisello odoroso (la “Sweet Pea Society of Wem”), una fiera annuale interamente dedicata a questa pianta e un’area della città nota come Eckford Park.

Attualmente esistono in commercio diverse varietà di pisello odoroso, ciascuna con caratteristiche distintive ed uniche. Le più importanti e diffuse sono rappresentate da:

  • Spencer Giant: colori misti;
  • Painted Lady: bicolore (fiori bianchi e rosa) con un profumo molto intenso. È una delle cultivar più apprezzate;
  • Barry Dare: colore rosso ciliegia;
  • April in Paris: color crema con margini blu;
  • Valerie Harrod: color rosa salmone su base crema;
  • Mrs Collier: colore bianco candido;
  • Purple Prince: bicolore (fiori viola e rosso bordeaux);
  • Henry Eckford: colore arancio intenso;
  • Pink Panther: colore rosa;
  • Queen of the Isles: bicolore (fiori bianchi e rossi);
  • Mc Millian Nurse: bicolore (fiori bianchi con margini rosa);
  • Dorothy Eckford: colore bianco candido.

A differenza dei comuni piselli, che sono commestibili, i frutti del pisello odoroso sono tossici e, se ingeriti in grandi quantità, possono causare pericolose intossicazioni conosciute con il termine di latirismo. Attenzione, dunque, che i bambini non possano raggiungere e inavvertitamente ingerire questi piccoli legumi.

Coltivazione del pisello odoroso

La coltivazione del pisello odoroso non presenta eccessive difficoltà dal punto di vista tecnico, ma questa pianta deve essere costantemente curata e seguita durante tutto il periodo di sviluppo.

Le piante di pisello odoroso sono autofertili, perciò sono perfettamente in grado di essere moltiplicate per seme.

Quando seminare

Nelle zone caratterizzate da inverni rigidi, come ad esempio nell’Italia settentrionale e nelle zone montane, la semina deve essere effettuata all’aperto verso il mese di aprile. Preventivamente, i semi devono essere ammollati in acqua per alcune ore allo scopo di ammorbidirne i tegumenti esterni e facilitarne la germinazione. Chi possiede un semenzaio riscaldato può cimentarsi anche in una semina più precoce nel mese di febbraio, ma si sconsiglia questa pratica poiché le giovani piantine di pisello odoroso generalmente non riescono a sopravvivere al successivo trapianto in terra.

Qualora il clima lo permetta, e gli inverni non fossero eccessivamente freddi e lunghi, la semina del pisello odoroso può avvenire già in autunno. In questo modo all’inizio della primavera successiva le piantine sono già sviluppate, e possono crescere più folte e vigorose. Le piantine possono essere messe al riparo da vento e freddo riponendole in serre o cassoni, o proteggendole con coperture di plastica (ottime quelle in PVC).

Supporti e legature

Non appena le piantine raggiungono dimensioni sufficienti (una decina di centimetri) è bene iniziare a legarle a supporti verticali, in modo da evitare il rischio che queste vengano mangiate dalle chiocciole o dalle limacce.

Le piante di pisello odoroso possono essere fatte crescere in due differenti modalità: a cespuglio oppure in filari. Qualora si prediliga la coltivazione a cespuglio è necessario collocare le piantine a una ventina di centimetri di distanza l’una dall’altra, cimandole quando sono alte almeno 10 centimetri. Con questa potatura si devono lasciare solo i tre getti più vigorosi, che vanno fatti arrampicare su tutori e supporti artificiali (canne, pergolati, reti, graticciati, recinzioni, spalliere, bastoni, staccionate, pali…). In seguito le piante vanno mantenute della forma desiderata asportando la vegetazione troppo “esuberante”.

La tecnica della coltivazione in filari è meno frequente e viene in particolar modo utilizzata da chi intende produrre fiori da recidere o da presentare a fiere ed esposizioni. Questa metodologia porta infatti a fioriture meno abbondanti numericamente, ma con fiori più grossi e voluminosi. Le piantine di pisello odoroso vengono cimate quando raggiungono i 10 centimetri di altezza, mantenendo solo il getto più robusto. Le piante vengono fatte crescere su supporti dalla forma a “T”, eliminando tutti i cirri e i getti laterali che via via si formano; l’asportazione di queste parti vegetative permette alla pianta di convogliare tutte le energie nella produzione dei fiori. Le piante vengono poi fatte crescere progressivamente mediante un complesso sistema di legature.

Esposizione e ventilazione

Il pisello odoroso predilige essere collocato in una posizione ben esposta e soleggiata, anche se può crescere senza problemi anche in condizioni di mezz’ombra.

Temperature

Le piante di pisello odoroso soffrono le temperature troppo elevate: per questo, nelle zone caratterizzate da estati torride è bene collocarle in una posizione nella quale siano ombreggiate durante le ore a cavallo del mezzogiorno. Se ciò non fosse possibile, almeno il terreno che le ospita dovrebbe rimanere all’ombra in concomitanza con le ore più calde della giornata.

Terreno e substrato adatto

Per quanto riguarda l’aspetto legato al substrato di crescita, il pisello odoroso predilige terreni ricchi di humus e sostanza organica, sciolti, soffici e dall’efficiente capacità di drenaggio, con una buona dotazione di concime organico ed elementi nutritivi. Ottimi substrati sono ad esempio lo stallatico pellettato, il compost ed il letame maturo, al quale aggiungere terriccio da giardinaggio, un buon concime granulare a lenta cessione e materiali porosi (sabbia, ghiaia, argilla espansa…) che permettano il drenaggio efficiente del terreno.

Quanto concimare

La concimazione del pisello odoroso può avvenire una volta ogni tre o quattro settimane, utilizzando un concime organico appositamente formulato per piante fiorite che apporti azoto, fosforo, potassio e microelementi (magnesio, calcio, ferro, boro, zinco, rame…) importanti per supportarne la crescita e la fioritura.

Una soluzione molto pratica è quella di fornire al pisello odoroso un concime liquido per piante da fiore, preventivamente dosato e diluito nell’acqua per le annaffiature. Un ottimo prodotto è questo concime biologico.

Quanto innaffiare il pisello odoroso

Per il pisello odoroso sono necessarie annaffiature regolari ed abbondanti, più frequenti in corrispondenza del periodo estivo dove spesso devono essere giornaliere.

Tra un’annaffiatura e l’altra non bisognerebbe mai lasciare essiccare completamente il terreno, poiché queste piante non tollerano la siccità. Durante il periodo di riposo vegetativo non è necessario innaffiare le piante di pisello odoroso, che in genere tendono a disseccarsi.

Come e quando potare

Per ottenere piante dalla vegetazione folta e compatta si consiglia di cimarne l’apice quando sono state prodotte almeno due o tre paia di foglie “vere” (che crescono successivamente alle foglie embrionali o cotiledoni, ovvero le prime che germinano dal seme).

Se non si desidera ottenere nuova semente da utilizzare l’anno successivo, al fine di prolungare la durata e la vigorosità della fioritura del pisello odoroso, si consiglia di rimuovere prontamente i fiori non appena appassiscono ed i baccelli eventualmente formatisi. Questa operazione fa sì che le energie della pianta non vengano convogliate nella formazione e nello sviluppo dei semi, ma siano impiegate per la produzione di nuovi boccioli.

La mancata produzione dei semi (noti per la loro tossicità) fa sì che non si ponga il problema di accidentali ingestioni da parte dei bambini; per garantire una semina anche nell’anno successivo, è sufficiente conservare solo alcuni baccelli di pisello odoroso.

Difesa da parassiti e malattie

Il pisello odoroso può essere soggetto all’attacco di diversi parassiti e patogeni. Fra i più diffusi parassiti troviamo gli afidi, insetti che si nutrono succhiando la linfa delle piante e riducendone la crescita ed il vigore. Gli attacchi di afidi sono inoltre grado di diffondere virus di malattie incurabili che causano la morte delle piante. Fra di essi, il virus del mosaico è particolarmente aggressivo e causa la decolorazione e l’ingiallimento delle foglie, l’arresto della fioritura e la produzione di nuovi germogli deformati e contorti. La presenza di afidi, inoltre, causa la produzione di melata sulle parti vegetative colpite: questa sostanza zuccherina attira le formiche ed è un substrato di crescita ideale per muffe come ad esempio le fumaggini. Non appena si individua sul pisello odoroso la presenza degli afidi e la tipica appiccicosità, questi parassiti devono essere prontamente combattuti mediante lavaggi e con il ricorso ad insetticidi ad ampio spettro che siano efficaci anche nei confronti della cocciniglia. Le cocciniglie sono insetti che, analogamente agli afidi, si nutrono della linfa della pianta causandone il progressivo indebolimento e ingiallimento.

Il pisello odoroso può subire l’attacco di una muffa particolarmente dannosa, l’oidio, conosciuta anche come mal bianco. L’oidio è facilmente riconoscibile poiché si manifesta con la presenza di una patina bianca e di consistenza polverosa che ricopre le foglie e rallenta la crescita della pianta. Per approfondire la difesa da questo problema si può leggere l’articolo sul mal bianco.

In caso di attacco da parte di virus o muffe le piante di pisello odoroso devono essere immediatamente rimosse e bruciate per evitare l’ulteriore diffusione della malattia. Per le muffe si possono utilizzare anche prodotti ad azione antifungina (consigliati i fungicidi sistemici), mentre non esistono prodotti in grado di combattere i virus.

Particolarmente dannosi per il pisello odoroso sono insetti come bruchi di farfalle, tripidi (parassiti fitofagi che causano deformazioni e alterazioni nella crescita) e il famigerati nitidulidi, piccoli coleotteri di colore nero brillante che si nutrono di polline distruggendo i fiori. Le giovani piantine di pisello odoroso costituiscono inoltre un richiamo prelibato per molluschi terrestri come limacce e chiocciole, che amano cibarsi dei loro teneri germogli. Per evitare che ciò accada si deve evitare che le piantine striscino sul terreno provvedendo a legarle a supporti verticali, e se necessario utilizzando anche specifici prodotti lumachicidi o repellenti.

Qualora il drenaggio del substrato fosse insufficiente, non di rado si manifesta il marciume dell’apparato radicale, che può causare la morte della pianta. Attenzione, dunque, ad evitare le irrigazioni eccessive e la formazione di ristagni idrici.

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2 Commenti

  1. Marina wiesendanger
  2. antonietta

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