Orti condivisi

L’idea di creare un orto condiviso avvalla anche altri importanti iniziative quali quella di recuperare spazi inutilizzati e trasformarli in orti, dando vita anche a momenti di condivisione e socializzazione tra adulti, bambini o anziani che si prendono cura di questo prezioso spazio verde. Spesso capita che alcune aree pubbliche siano inutilizzate o addirittura abbandonate. In alcuni casi, quando si tratta di aree verdi dismesse, si ha la possibilità di trasformarle nei cosiddetti orti condivisi.

Gli orti condivisi sono spazi pubblici o privati di cui si prende cura una comunità di persone: può trattarsi di anziani, adulti, bambini o di famiglie di un quartiere che mettono a disposizione la loro manodopera per coltivare l’area verde e trasformarla così in un orto comune, detto appunto “condiviso” proprio perché condiviso da più persone che non ne sono i proprietari di fatto, ma hanno il permesso di coltivarlo.

A livello burocratico, nel caso si tratti ad esempio di un’area verde pubblica inutilizzata, se non è stato emesso alcun bando a tale proposito è necessario inoltrare domanda al Comune competente per sapere se sia prevista tale possibilità di utilizzo.

Se viene data ufficialmente l’approvazione, in alcuni casi pagando una sorta di affitto altre volte senza nessuna spesa perché si garantisce così anche la manutenzione dell’area altrimenti in degrado, allora poi non resta che rimboccarsi le maniche e darsi da fare per creare uno spazio che oltre a fungere da orto, diventa anche occasione di condivisione sociale e culturale.

Orti condivisi

Anche se gli orti condivisi sono stati un fenomeno che si è diffuso innanzitutto in altri Paesi come Stati Uniti, Olanda o Svezia, negli ultimi anni anche in Italia si contano sempre più iniziative legate alla loro progettazione e promozione.

Tra le città italiane in cui si registra una maggiore diffusione degli orti condivisi ci sono Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna, ma il fenomeno si sta diffondendo in tante altre località.

Non si tratta solo di iniziative legate a progetti di piccole associazioni o gruppi di famiglie, ma anche grandi marchi di note aziende stanno investendo su quello che viene considerato un vero e proprio benefit a disposizione dei propri dipendenti, con l’intento di raggiungere benefici fisici e psicologici, dato che spesso il contatto con la natura rappresenta una valida medicina per combattere stress e depressione e, non si sa mai, potrebbe così aumentare anche la produttività sul posto di lavoro.

Orti comunali

Gli orti comunali, di fatto, sono sempre degli orti condivisi, il cui proprietario del terreno è il Comune. In questi casi il Comune può decidere anche di pubblicare degli appositi bandi pubblici per offrire la possibilità di fare domanda da parte della comunità per poter coltivare come orti condivisi queste aree verdi inutilizzate.

In alcuni casi è richiesto un compenso come affitto del terreno, in altri casi invece si richiede la sola manutenzione e cura dato che il vantaggio del Comune potrebbe essere già quello di avere chi periodicamente si prende cura di un’area verde che altrimenti è abbandonata e in degrado.

L’estensione di questi terreni può essere piuttosto varia, ad esempio di 40-50 mq o anche di più a seconda dei singoli casi.

Oggi in tutta Italia ci sono molti esempi di orti comunali come a Torino, Milano, Ferrara, Firenze, Livorno e Napoli.

Orti didattici

In alcuni casi l’idea di riqualificare uno spazio verde abbandonato, o comunque inutilizzato, può essere anche promossa dalle scuole. In questo modo si possono organizzare delle lezioni su come coltivare la terra, sull’importanza del rapporto uomo-natura, sull’agricoltura biologica, sulle tecniche di coltivazione, sul rispetto dell’ambiente e su problematiche della società moderna come l’inquinamento.

Alle lezioni teoriche sarà così possibile affiancare anche l’attività pratica e laboratori in cui ogni allievo potrà direttamente coltivare le piante, apprendere i loro cicli di crescita e la stagionalità dei lavori da fare in agricoltura, traendo benefici sia fisici sia psicologici dal rapporto diretto con la natura.

Tanti i progetti già realizzati o in corso in tal senso. Si citano, per fare degli esempi, il progetto “Orto in cultura” promosso da Slow Food” che ha creato una vera e propria comunità formata da insegnanti, studenti, genitori, nonni e produttori locali con l’intento di promuovere un’educazione alimentare e ambientale.

Altra iniziativa è quella promossa dalla Fondazione Catella con il programma “MiColtivo. Orto a scuola” per l’educazione alimentare e ambientale dei bambini, mentre in provincia di Udine un altro progetto è denominato “La grande madre”, un vero e proprio orto didattico con iniziative promosse e rivolte non solo a scuole, ma anche ad aziende sanitarie, enti e centri di assistenza per persone con vari tipi di disabilità.

Orti per anziani

Molto spesso a volersi prendere cura degli orti condivisi sono gli anziani che, trovandosi in buona salute e in pensione, dispongono di tempo libero da dedicare alla cura dell’orto, abituati fin da giovani magari già a lavorare la terra e avendo così modo di socializzare con gli altri sconfiggendo anche il problema della solitudine che molto spesso colpisce chi si ritrova solo a una certa età.

In questi casi la gestione di questi orti può essere anche svolta da un’associazione o una cooperativa locale che si prende cura degli anziani e che organizza così anche momenti di condivisione e iniziative ricreative.

Orti di quartiere

Gli orti di quartiere, detti a volte anche orti urbani, sono una tipologia di orti condivisi che si sta sempre più diffondendo non solo all’estero, ma anche in Italia. Vediamo allora di cosa si tratta.

Secondo un’indagine della Coldiretti circa il 37% degli italiani dedica il suo tempo libero alla cura del proprio orto. Ecco così che chi non dispone di uno spazio verde privato da trasformare in orto, può condividere assieme agli abitanti del suo quartiere l’idea di occuparsi degli orti condivisi, spazi verdi che possono essere di proprietà ad esempio del Comune, della parrocchia o di qualche azienda e che il proprietario consente alla comunità che ne fa richiesta di utilizzare come orto.

In tal modo nascono dei veri e propri orti di quartiere che sono di fatto degli orti condivi da chi abita in uno stessa area della periferia o centro storico.

A Roma, ad esempio, con il progetto “Zappata Romana” si intende promuovere iniziative correlate ai giardini e agli orti condivi e da una mappatura risultano circa una settantina quelli presenti nella capitale, mentre a Milano con il progetto “Orto diffuso” si promuovono altre iniziative in questo settore. A Torino, grazie al progetto “Miraorti”, è stata ad esempio riqualificata un’intera area sulle sponde del fiume Sangone.

Orti aziendali

Negli Stati Uniti si sta sempre più diffondendo il fenomeno dei cosiddetti orti aziendali ovvero ci sono aziende che mettono a disposizione dei propri dipendenti e collaboratori alcuni spazi verdi per coltivare orti condivisi.

Tale scelta rientra in una sorta di formazione del personale nel senso che tale tipo di attività può far ottenere dei benefici anche a livello di produttività aziendale creando momenti di svago, condivisione tra colleghi e superiori e favorendo il contatto con la natura che mette di buonumore e sconfigge lo stress.

Si tratta di una sorta di “benefit” il cui utilizzo è naturalmente facoltativo e già alcuni nomi di grandi aziende hanno promosso progetti inerenti l’orto aziendale come appunto Google, Yahoo, Toyota e Pepsi.

Orti d’Azienda”, per esempio, è un progetto nato in Italia che promuove la creazione di orti aziendali condivisi, offrendo assistenza in tutte le varie fasi dalla progettazione alla realizzazione, dal coinvolgimento del personale interessato alla formazione e manutenzione con la collaborazione anche di cooperative sociali del territorio.

Esperienze di orti condivisi

Ecco alcune esperienze di orti condivisi in giro per l’Italia, da approfondire sul web:

  • Slow food
    Sito ufficiale di Slow Food dove trovare tutte le informazioni sulle attività e le iniziative promosse da Slow Food per la tutela dell’ambiente e della salute dell’uomo.
  • Fondazione Riccardo Catella
    Nel sito della Fondazione si trovano tutti glia aggiornamenti sui progetti in corso promossi per lo sviluppo del territorio e il miglioramento della vita nelle città.
  • Orto didattico “La grande madre”
    Sito con tutte le informazioni dettagliate sull’orto didattico “La grande madre” con l’aggiornamento delle notizie sulle iniziative rivolte a scuole, aziende sanitarie, associazioni, enti, comunità, case di riposo, cooperative e centri riabilitativi per persone con handicap o problematiche specifiche.
  • Giardini e orti romani condivisi
    Sito in cui trovare utili informazioni sul progetto “Zappata romana” promosso dallo Studio Uap relativo agli orti e giardini condivisi a Roma dove poter visionare anche una mappatura degli orti e giardini condivisi presenti nella capitale.
  • Orto diffuso
    Network dedicato agli orti diffusi nel territorio milanese, dove reperire informazioni su varie tipologie di orti e visionare la mappatura di quelli esistenti.
  • Orti d’azienda onlus
    Sito dell’Associazione onlus per la difesa dell’ambiente e la riqualificazione di aree degradate e marginali con progetti per la promozione di orti aziendali per uno sviluppo sostenibile. Tante informazioni e aggiornamenti su eventi correlati ai giardini aziendali.
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